BELLEZZA VS
INTELLIGENZA
(IN AMOR
VINCE…CHI INSEGUE)
Prefazione
Questo
racconto narra delle vicende di un gruppo di persone che vivono in modi quasi
diametralmente opposti la propria adolescenza, per poi incontrarsi dopo pochi
anni in una serie di intrecci un po’ machiavellici ma, a mio modesto parere,
efficaci.
È
una storia d’amore, corrisposto e non…beh non vi preoccupate, le scene di
tortura arriveranno, ma vorrei creare un degno contorno, evitando le solite
situazioni già viste e riviste e, soprattutto, la volgarità.
Chi
è alla ricerca di scene di sesso esplicito, di donne violentate
“tradizionalmente” e di racconti brevi senza troppi preliminari…eviti di
leggere.
CAPITOLO 1 –
ALEX E TANIA
Sette anni fa
Siamo
in primavera, i ragazzi della scuola attendono con ansia l’arrivo dell’estate,
dei viaggi, delle avventure amorose; il pensiero di tutti non è rivolto ai
libri, ma a quello che faranno una volta finite le lezioni.
In
una classe come tante altre, siedono ai banchi Tania e Alex. Si conoscono dal primo
anno. Sono amici.
LEI:
Tania; 14 anni; figlia di 2 contadini; capelli scuri, occhi scuri.
Segni
particolari: bellissima; la natura con lei è stata molto generosa: un viso
splendido, due occhi da favola, una pelle morbida e priva di imperfezioni, un corpo
bellissimo, ma tonica e ben formata, un seno non ancora completamente
sviluppato, ma impressionante per fermezza; a questo si aggiunge il fatto che,
fin da piccola ha sempre avuto l’abitudine di raggiungere la scuola a piedi o
in bicicletta, data la misera condizione economica dei suoi genitori, macinando
chilometri e chilometri ogni giorno; inoltre aiutava spesso e volentieri i suoi
genitori nei lavori in campagna; quando poteva le piaceva rilassarsi andando a
nuotare nel laghetto vicino a casa sua. Il risultato è una ragazza bellissima,
che toglie il fiato solo a vederla da lontano.
Non
è molto brava a scuola, non le piace tanto studiare. In compenso eccelle in
tutti gli sport: persino i ragazzi non riescono a tenerle testa.
Spera
di diplomarsi, trovare un lavoro onesto per aiutare i suoi, trovare il ragazzo
dei suoi sogni, mettere su famiglia, più avanti; il suo sogno, però, sarebbe di
diventare un’atleta affermata. Per questo, appena può, si allena, correndo,
nuotando, facendo ginnastica da sola in campagna (non potendo permettersi una
palestra).
LUI:
Alex, 14 anni, figlio di 2 docenti universitari; capelli castani, occhi
azzurri. Ha ereditato dai suoi genitori una mente fuori dal comune; riuscirebbe
ad avere voti sopra la media senza studiare, ma i suoi, per lui vogliono il
meglio: fin da piccolo lo hanno costretto allo studio di 4 lingue diverse e gli
hanno un po’ impedito di farsi una vera e propria vita sociale; ne viene fuori
un ragazzo molto intelligente ma timido e introverso; viene spesso schernito
dai suoi coetanei per il suo aspetto fisico: non molto alto, un po’ soprappeso,
assolutamente negato per qualsiasi attività che non richieda solo il
ragionamento, un fisico già di per sé non eccezionale, ulteriormente rovinato
dagli anni passati sui libri e al computer. Non ha mai avuto una ragazza, ed è
consapevole del fatto che farà molta fatica a trovarne una, viste le sue
difficoltà a relazionarsi con gli altri; è sempre stato un po’ rassegnato.
Il loro primo giorno di scuola.
Arrivano
entrambi in ritardo, si siedono nell’unico banco rimasto libero; per lui è un
colpo di fulmine; non ha mai visto una creatura simile; stare vicino a lei lo
fa stare al settimo cielo; tuttavia è consapevole del fatto che non potrà mai
averla. Già si prepara a vederla mentre va a sedersi da un’altra parte, quando
lei gli sorride e gli chiede di spiegarle una formula che non ha capito: lui
sorride a sua volta e le spiega la formula con una naturalezza disarmante.
Diventano
“amici”; Tania vede in lui un ragazzo tenero e sensibile, un amico; fra di loro
si crea una sorta di tacito accordo; Alex diventa una specie di “tutor”
scolastico e non si risparmia nel cercare di farle imparare le materie più
difficili: per lui averla vicino è un sogno.
Spesso
si incontrano nei pomeriggi per studiare insieme.
Tania
nella sua ingenuità non si accorge del sentimento che prova Alex; d’altra parte
tutti i ragazzi la guardano in un certo modo, e lui, essendo più riservato, non
fa trapelare ciò che prova; lo vede come un amico e basta.
Alex,
invece, col passare del tempo, inizia a dannarsi l’animo: dirle che cosa prova
e correre il rischio di perderla definitivamente o continuare ad averla così?
Tempo di maturità – due anni fa
Tania
è diventata una ragazza ancora più bella di prima: ora è più donna. La sua
femminilità è più evidente nelle sue forme, il suo viso splendido più formato. Le
sue abilità sportive hanno fatto di lei un’atleta completa, a livello
nazionale; dopo aver primeggiato in tutti gli sport femminili del liceo, è
diventata una ginnasta professionista; ora il suo obiettivo è cercare di finire
dignitosamente la maturità per dedicarsi completamente allo sport.
In
questo deve molto ad Alex, che l’ha aiutata molto, spesso anche facendola
copiare nei compiti in classe; il fatto è che lei lo vede contento di aiutarla,
e non vede niente di male in tutto questo.
Nella
sua ingenuità non si accorge del sentimento che prova per lei.
Anche
perché da qualche giorno esce con un ragazzo, di cui si sta innamorando…beh,
almeno prendendo una cotta, le classiche cose che succedono in adolescenza. Si
vedono nel pomeriggio e nei week end, ma la cosa non è ancora ufficiale.
L’attrazione tra loro è forte, fanno l’amore quasi sempre, c’è una forte
intesa.
Negli
ultimi tempi non vede più Alex di frequente, ora è abbastanza avanti con gli studi,
non ha più bisogno di lui; e poi lui sta diventando noioso.
Alex
è cresciuto, soprattutto scolasticamente. Ha vinto diverse borse di studio,
soprattutto nel campo dell’informatica, dell’elettronica e della programmazione.
Molte
aziende prestigiose lo stanno già valutando per colloqui e offerte di lavoro.
Lui
è un genio, riesce benissimo in tutto quello in cui c’è da ragionare.
Ma
è triste.
Le
sue capacità non fanno colpo sulla donna dei suoi sogni, che ormai è diventata
un’ossessione. In un disperato tentativo di guadagnare punti si è iscritto
nella squadra di calcio della città, sperando di potersi avvicinare
lontanamente agli interessi di Tania…con risultati disastrosi. Cacciato dalla
squadra e sbeffeggiato malamente da Dan, il capitano.
Si
sta rassegnando all’idea di perderla, visto che lei sta imparando a studiare da
sola e, soprattutto, entrerà nel mondo dello sport per lasciare il suo.
A
volte si ritrova ad essere insistente con lei:
“sei
sicura che non vuoi una mano per il compito di geometria? Davvero, secondo me
ti servirebbe una mano, tutti hanno difficoltà…”
Lei
lo zittisce “senti, non insistere, a me basta la sufficienza, e poi sto
imparando, grazie, ma non insistere”.
Queste
ormai sono conversazioni all’ordine del giorno tra i due.
Tania
non ama lo studio, soprattutto a fine maggio. Preferisce nuotare, andare in
giro…
Alex
sa che si dovrebbe rassegnare, ma è più forte di lui.
Non
riesce a fare a meno di cercare su internet tutte le foto di lei scaricate
dagli articoli sull’atletica, si è fatto una sua cartella personale.
C’è
una foto che conserva molto gelosamente presa da un articolo sui campionati
regionali, in cui lei è ritratta in tutto il suo splendore, avvolta da una tuta
aderente che poco lascia all’immaginazione, scattata durante un esercizio a
corpo libero, mentre lei sta facendo una specie di ponte, mettendo in risalto
le sue forme e i suoi muscoli.
Così
non può continuare.
Deve
andare da lei e parlarle, esternare ciò che prova.
Decide
di chiamarla, per fissare un appuntamento, deve assolutamente parlarle:
…
Tania:
“ma scusa se è così importante, accennami qualcosa al telefono”
Alex:
“beh, da dire al telefono è imbarazzante, diciamo che riguarda noi due, ecco
io…”
Tania:
“cosa!? Noi due? Senti Alex, io e te siamo amici, niente più, se era questo che
volevi dirmi evita pure di venire,!”
…tu
tu tu tu
Lei
è visibilmente scocciata, quella sera è impegnata e non riesce a capacitarsi
del fatto che Alex è stato al suo fianco tutto questo tempo con secondi fini; e
poi ultimamente si è fatto troppo insistente.
Alex
è distrutto.
Ora
sa di averla persa anche come amica.
Non
si da per vinto, decide di andare da lei per un chiarimento, almeno vuole che
gli rivolga ancora la parola.
La
strada la conosce, solo gli sembra cortissima, rispetto al solito: cosa le
dirà, come inizierà il discorso? Ora lei ha intuito la verità e l’ha persa per
sempre. Come può rimediare?
Mentre
si avvicina all’ingresso della casa, sente un rumore d’acqua nel laghetto
adiacente alla casa di Tania.
Alex
sa che lei ama nuotare la sera, per tenersi in forma.
È
più forte di lui, invece di bussare alla porta si avvicina al laghetto, con
l’intenzione di chiamarla.
“Tania…”
Non
lo sente, è sott’acqua.
In
quel momento lui si trova tra gli alberi e, mentre sta per chiamarla di nuovo,
la vede uscire dall’acqua…
La
voce gli si blocca nella gola.
Non
l’ha mai vista così.
È
nuda.
Mentre
nuota, Alex riesce a vederla in tutta la sua bellezza; il suo corpo sembra
fatto di marmo, pur conservando una sinuosità e femminilità incredibili. Si
muove sull’acqua con grazie e potenza allo stesso tempo.
Si
sta avvicinando alla riva, esce in tutto il suo splendore, le gocce d’acqua
disegnano bellissime traiettorie in tutto il suo corpo, mentre lei esce e si strizza
i capelli. Il seno abbondante ma fermo si muove insieme ai muscoli pettorali
sinuosamente; sull’addome risaltano gli addominali scolpiti da anni di
esercizi. Le gambe affusolate, lunghe, ma anche definite e muscolose. Il suo
corpo è un inno alla perfezione. Quando si avvicina alla riva Alex vede tutta
la sua nudità e rimane immobile incapace di emettere un suono.
Accade
qualcosa di inaspettato.
Non
è sola.
Alex
sente una risata dietro ad un cespuglio dove Tania si sta dirigendo.
Ora
l’ha persa di vista ma riesce a sentire risate, gemiti di piacere e ancora
risate.
“Tania,
secondo me dovresti parlare chiaro con Alex, dirgli che siamo insieme e
smetterla di illuderlo, una ragazza come te farebbe innamorare chiunque…”
“ma
io non pensavo che avesse secondi fini…è…è solo ultimamente che si è fatto
insistente, inspiegabilmente geloso, possessivo, mi sta dando parecchio
fastidio questa cosa…io…io non so come dirglielo, sembra non capire. Forse
avrei dovuto capirlo tempo fa”
“è
meglio chiarire il prima possibile, se non lo fai tu lo farò io”
“non
ti preoccupare, sei geloso? Come potrei provare qualcosa per lui? All’inizio
almeno pensavo fosse gentile, amichevole, ma ora penso di aver capito le sue
reali intenzioni; e poi fisicamente…ecco…è ripugnante…non certo come te…”
Risatina
di entrambi.
Smettono
di parlare e ricominciano a baciarsi e avvinghiarsi l’un l’altro.
Alex
è semplicemente impietrito.
Dopo
tutti questi anni che le è stato vicino…
Quelle
parole di ghiaccio.
Vorrebbe
urlare la sua rabbia e frustrazione al mondo intero, ma sarebbe sconveniente
farsi sentire in quel momento.
La
cosa più logica da fare è allontanarsi silenziosamente, ed è una decisione che
prende a mente quasi lucida.
Risalendo
la riva, con parecchie difficoltà, cerca una strada meno ripida rispetto a
prima; nel farlo inciampa su di un ramo con un conseguente tonfo.
“oh
cavolo hai sentito, Tania?”
“mi
sa di sì! Chi può essere? Qualcuno venuto a spiarci?”
Si
rivestono il minimo indispensabile e si aggirano intorno agli alberi alla
ricerca dell’intruso.
Alex
sta fuggendo, a questo punto inizia a correre furtivamente, ma l’uomo gli è
addosso in pochi secondi.
Riconosce,
nella luce debole, il capitano della squadra di calcio del paese.
Dan.
“Alex?”
“Cosa?
Non mi dire che è venuto fini qui a spiarci!”
“…nn…no…vi
prego ragazzi, non è come credete voi, Tania…io…io ecco ero venuto solo per
parlarti, ho sentito un rumore e sono venuto al laghetto, tu non mi hai
sentito, ma io ho chiamato…”
Un
pugno alla mascella lo interrompe bruscamente.
“razza
di verme inutile, ora ti insegno io a venire a spiare la MIA ragazza”
“…no,
Dan, ti preg…”
Una
ginocchiata in pancia lo zittisce ulteriormente.
Alex
è a terra, inerme.
Ma
più del dolore fisico è l’atroce umiliazione che sta subendo a farlo soffrire.
Tania
raggiunge la mano di Dan prima che lo colpisca di nuovo.
“fermati
Dan!”
Alex
ha un attimo di respiro. Forse Tania lo vuole ascoltare, memore di tutti i
pomeriggi passati a studiare.
Niente
di più sbagliato.
Si
avvicina a lui, seminuda, in mutande e canottiera leggera ancora bagnata per il
bagno.
Risalta
moltissimo il contrasto tra lei, alta bellissima, tonica, di un colorito sano,
un po’ abbronzata…e lui, a terra, curvo su se stesso, spalle esili, braccia
sottili, una pancetta ed una stempiatura conseguenze di anni passati studiando.
È
sopra di lui e la vede come un angelo in suo soccorso.
Una
visione da sogno, sta fantasticando di baciarla, di passare le sue mani su quel
fantastico corpo, distesi su una spiaggia deserta, lei sua per sempre.
Tania
lo riporta alla realtà. Lo solleva di peso con una mano per la maglietta, lo
guarda dritto negli occhi.
“Dan,
è inutile che ti sporchi le mani con questa nullità, picchiandolo finiremmo
solo nei pasticci. Quanto a te, sottospecie di mollusco, non mi parlare mai più
assieme, sono stata così ingenua a pensare che tu mi stessi vicino
amichevolmente, ma avrei dovuto subito capire di che pasta eri fatto, tutta quella tua insistenza, gelosia,
ossessione; stampati bene questa voce e questa faccia nella mente, perché non
mi parlerai mai più. Grazie al cielo partirò la settimana prossima, per andare
in un posto dove spero non ci sia qualcuno pronto a offrirsi di aiutarmi
“disinteressatamente” per poi spiarmi nella mia intimità.
Sparisci.
Andiamo
a casa, Dan”.
Alex
a terra, incapace di voltarsi indietro, in un bagno di lacrime, si trascina
verso casa.
Il
dolore fisico quasi non lo sente.
CAPITOLO 2 – GRETA
E TANIA
3 anni fa
LEI:
Greta, 18 anni, il padre lavora come impiegato, la madre insegna biologia
molecolare. Due brave persone. Lei non è bella. Minuta, pallida, non si cura
molto, abbastanza femminile ma non certo provocante. È una ragazza intelligente,
ha ereditato dalla madre una grandissima passione per la biologia e la genetica.
Molto
riservata e pudica, non ha mai avuto ragazzi, non tanto per il suo aspetto
fisico, non esuberante ma nemmeno riprovevole, ma perché NON le interessano i
ragazzi.
I
suoi interessi sono limitati alla lettura, la ricerca, la genetica. Una ragazza
fredda, calcolatrice, asociale.
E
di un sadismo sottile, innato quanto inspiegabile.
Le
capita spesso di andare in laboratorio, di nascosto dalla madre, per procurarsi
qualche animale e torturarlo senza una precisa ragione. Le piace quella
sensazione di potere sulla vittima e vedere l’inutile tentativo di sottrarsi al
proprio destino da parte degli esemplari più forti.
E
grazie alle sue capacità nel dosare la sua crudeltà non ne ha mai ucciso
nessuno.
Le
sue vittime preferite sono quelle più vitali e resistenti, in modo da potersi
spingere più in là senza conseguenze permanenti.
A
tal proposito, non ha mai pensato di poter torturare qualche esemplare umano,
anche se l’idea la tenta molto.
Fino
a quel giorno.
Siamo
ad aprile
Greta
si appresta svogliatamente a seguire la lezione di ginnastica coi compagni di
corso.
Una
noia mortale, oltre che una fatica non indifferente.
Nei
giri di riscaldamento della palestra, lei rimane sempre indietro insieme ad
Alex, il secchione della scuola. Ogni tanto si parlano, scambiano 2 parole
parlando del più e del meno. Chiaramente non provano nessun tipo di attrazione
reciproca, semplicemente si tengono compagnia nelle ore di ginnastica.
Lei
lo trova molto intelligente e si trova d’accordo con lui su molti aspetti della
vita di tutti i giorni.
C’è
solo una cosa di cui non comprende il significato: il sentimento che lui prova
per Tania, quella sgualdrinella ginnica, strafottente, stupida e, soprattutto
insensibile, visto come “sfrutta” il povero Alex. Non si capacita di come un
ragazzo intelligente possa farsi prendere in giro in quel modo e, allo stesso
tempo, essere perseverante e cocciuto nel suo corteggiamento.
Il
suo è puro disprezzo.
Tuttavia
c’è qualcosa che rende i suoi sentimenti contrastanti: il corpo di Tania.
Possibile che la natura sia tanto beffarda da racchiudere una persona così
superficiale, insensibile e stupida in un involucro così perfetto?
A
volte negli spogliatoi si accorge di rimanere a fissarla più del dovuto, ma non
capisce il perché.
Quella
stupida ora di ginnastica sta per finire, attende solo l’ultimo esercizio sulla
pertica per poi andare a fare il compito in classe di biologia, che terminerà
in 10 minuti, seguita dal solito genietto Alex, che impiegherà poco più, e poi
tutti gli altri.
È
stata quella puttanella di Tania ad insistere di voler fare l’arrampicata sulla
pertica, incoraggiata a gran voce da tutti gli altri, ovviamente.
Mentre
Greta si appresta a tentare inutilmente di arrampicarsi Tania la urta
involontariamente, facendola sbattere il naso sulla pertica, con risata
generale.
“silenzio,
ragazzi, su, fate questo esercizio velocemente che siamo già in ritardo…”
“scusa..”
dice Tania, e con una leggerezza quasi animalesca si arrampica fino in cima per
poi scendere altrettanto velocemente.
“scusa
un accidente, razza di stupida” …è quello che sta pensando Greta, ma pensando e
basta. Mentre rimane aggrappata alla pertica fingendo un vano sforzo per
arrampicarsi, osserva Tania nella pertica accanto: maglietta bianca,
pantaloncini corti scuri (come da divisa scolastica), mutandine e reggiseno che
si intravedono. Mentre si arrampica una parte dei pantaloncini si abbassa per
il contatto con la pertica, rivelando un tanga nero e parte dei suoi glutei
fatti di marmo che si contraggono nello sforzo. In discesa, invece, è la
maglietta a tirarsi su, rivelando l’ombelico l’addome piatto. Nel momento in
cui scende dalla pertica fa il gesto di sollevare la maglietta per asciugarsi
il volto, mostrando la perfezione del suo corpo.
In quel
preciso istante, Greta si vede nel suo laboratorio con i suoi strumenti e Tania
seminuda, sudata ed ansimante, immobilizzata ad un tavolo con lacci e cinghie
di ogni genere, mentre è in attesa del suo operato e cerca di divincolarsi in
vari modi come un animale da laboratorio…”le scuse non bastano, lurida cagna,
ora ti insegno io l’educazione”.
Aveva
sentito parlare dell’orgasmo dalle sue compagne, ed effettivamente le era
capitato accarezzarsi leggermente provando un sottile piacere.
Ma
in quel momento l’immaginare quella scena, mentre era lì aggrappata al palo, le
provoca un piacere devastante, quasi da doversi trattenere per evitare di
urlare.
Da
quel giorno la sua vita è cambiata, vede Tania come una potenziale vittima
nelle sue fantasie e ne trae piacere.
Non
le bastano più gli animaletti.
2 anni fa
Quanto
si sente stupida Greta.
La
sua ossessione per Tania l’aveva privata di lucidità.
Avrebbe
dovuto immaginare che nessuno l’avrebbe assecondata nei suoi giochi perversi.
E
non avrebbe dovuto invitare Tania a casa sua.
D’altra
parte non ha resistito. In piscina, dopo la lezione se l’è ritrovata di fronte
per l’ennesima volta, e questa volta nuda, mentre faceva la doccia.
Mentre
Tania si insaponava inconsapevole, gli occhi di Greta si mangiavano quel corpo
in ogni centimetro, invidiando per un istante quella spugnetta che lei usava
per lavarsi.
Mentre
la fantasia correva le altre ragazze notavano il turbamento di Greta e ridevano
di nascosto.
Erano
rimaste sole, dopo 5 minuti.
Tania:
“come mai ti trattieni così tanto? Pensavo di essere l’unica ad amare la doccia
lunga…”
“…come?
Ah sì…beh, è rilassante”
Stava
per andarsene e chiudere i rubinetti.
“hey,
Tania, ti è rimasto del sapone sul fondoschiena”
“uh
grazie! Che spirito di osservazione! Ora scappo che stasera ho la gara di corsa
campestre, se vinco anche coi ragazzi stabilisco un nuovo record, sai?”
“eh,
sei molto atletica, oltre che carina”
“grazie”
sorride, non immagina malizia da parte di molti uomini, figuriamoci da una
donna.
“a
proposito, lo sai che molti atleti ricorrono all’elettrostimolazione? Tu ne fai
uso?
“beh,
per adesso no, anche se ne ho sentito parlare; non ne so molto”
“davvero?
Vuoi venire da me? Io ho qualche apparecchio, per gli studi di biologia, sai.
Posso farteli provare….”
Era
andata a casa sua.
Come
due amiche.
Greta
non osava dirle che usava quegli strumenti
per i suoi giochi sadici con le cavie da laboratorio.
Si
erano chiuse in camera.
“ciao.
Spogliati…”
“scusa?”
Greta
non era molto socievole e non capiva che qualche parola di circostanza, di
solito, è di buon gusto, prima di arrivare al dunque.
“beh…ecco…non
eri qui per provare gli elettrostimolatori? Te li devo applicare un po’
dappertutto. Puoi rimanere in mutande e reggiseno, se vuoi”
Tania,
un po’ infastidita iniziò a spogliarsi, ma in fondo era venuta per quello,
quindi non fece storie più di tanto.
Greta
aveva già perso il controllo nel momento in cui lei si era sollevata la
maglietta. Con due occhi quasi spiritati osservava la sua nuova cavia da
laboratorio.
“…senti,
ieri ho fatto una corsa di 30 Km, sono un po’ affaticata, non potremmo magari
prima provare quei tuoi cosa in un solo punto e poi vedere se mi fa male?”
-30
Km ed è solo un po’ affaticata- pensava Greta; un’atleta perfetta; su questo
esemplare potrei provare di tutto e di più…e già la sua mente era persa
nell’idea di tutto ciò che avrebbe potuto testare su una femmina così: prove di
fatica, stimolazioni prolungate di piacere miste a dolore, verifiche della
soglia del dolore…
Interrotta
nei suoi pensieri da Tania che la vedeva come in trance
“hey
dico a te! Greta, sei qui con noi?”
“ah
sì, certo, proviamolo…sui glutei, ti va bene”
“mah…proprio
sui glutei?”
“perché?
Ti imbarazza? Dai ti aiuto io…”
dopo
aver messo gel in abbondanza sugli elettrodi lì sistemò con molta cura, quasi
maniacale sui glutei e su parte dell’interno coscia.
A
Greta non sembrava vero di poter tastare quell’animale impunemente, e dovette
trattenersi dall’indugiare eccessivamente sulla sua carne per non
insospettirla. Ma la posizione in cui si era messa, a gambe divaricate,
leggermente chinata in avanti, con una mano a tener fermi i capelli e l’altra ad appoggiarsi al comodino, in
biancheria intima così le rendeva impossibile non saggiare la fermezza delle
natiche e dell’interno coscia.
Tania
si accorse di ciò e parve un po’ infastidita.
Allora
Greta si ricompose.
“ok,
ora ti mando degli impulsi di 1 secondo a livello 1”
Tania
sentì un formicolio, ma nulla si muoveva.
Allora
Greta passò direttamente al livello 3.
Tania
sentì i suoi muscoli contrarsi ogni secondo; inizialmente fu colta di sorpresa,
poi iniziò a trovare la cosa quasi piacevole.
Greta
vedeva le natiche e gli adduttori contrarsi e iniziò ad andare in crisi.
Avrebbe voluto stordirla spogliarla di qual poco che era rimasto, legarla bene
ed arrivare progressivamente al livello 10 su tutto il corpo.
Ma
era fantasia.
Quasi
ebbe un collasso quando sentì appena appena un gemito nel momento della
contrazione.
Possibile
che la cosa le piacesse?
A
meno che…
Le
venne in mente la malsana idea…
“senti,
visto che la cosa mi sembra ti piaccia, lo proviamo su tutto il corpo?”
“ah
beh sì, ok”
L’operazione
durò più di 10 minuti.
Greta
si voleva gustare ogni momento in cui toccava quello splendido corpo.
Le
aveva messo elettrodi un po’ dappertutto.
Quelli
più piccoli su bicipiti, tricipiti polpacci.
Quelli
un po’ più grandi su addome, schiena, pettorali, cosce, oltre a quelli che già
aveva.
Con
un’improbabile scusa, dicendo che doveva collegare “la massa
dell’apparecchiatura”, la immobilizzò di fatto ad un’intelaiatura che in camera
sua era usata come attaccapanni.
E
le aveva anche tolto il reggiseno dicendo che “per sicurezza” doveva attaccare
dei sensori in quella zona per i battiti cardiaci. In questo modo le avvolse i
capezzoli con speciali elettrodi e assicurò la parte del torace alla struttura
Il
risultato fu Tania legata a X ad una struttura praticamente nuda se non fosse
stato per il suo piccolo tanga nero, e gli elettrodi fissati in quasi tutto il
suo corpo, davanti e dietro.
“…ma…ma…non
riesco a muovermi”
“in
questo modo ti posso mettere gli elettrodi dove voglio, e con braccia e gambe
distese i tuoi muscoli lavoreranno meglio”
Tania
non ci capiva molto e la cosa le sembrava parecchio bizzarra, ma si fidò.
Tutti
gli elettrodi erano collegati ad un macchinario che Greta manipolava con mani
esperte.
Iniziò
con i livelli 3 e 4.
Estasiata
da quell’opera d’arte vivente, dosava a piacimento i livelli e gli intervalli,
ammirando come tutti i muscoli di Tania fossero praticamente al suo servizio.
Tania
trovava la cosa un po’ bizzarra, ma la sensazione fisica era piacevole.
C’era,
però, qualcosa che la turbava nello sguardo di Greta, sembrava quasi in estasi.
“beh,
interessante, Greta. Solo non ti ho chiesto quanto durano di solito queste
sedute. No, ti dico così perché stasera avrei un appuntamento e non vorrei…”
Venne
zittita da un bavaglio che Greta, in preda ad un raptus le mise in bocca con
violenza, immobilizzandola ulteriormente alla struttura.
“fai
silenzio, cagna!”
Quasi
incredula Tania tentò di divincolarsi, ma inutilmente. Dal bavaglio emise dei
suoni quasi animaleschi, di rabbia incontrollata, quando Greta si avvicinò a
lei.
Iniziò
a leccarla, baciarla, mordicchiarla in ogni punto del suo corpo.
E
la cosa che più la eccitava erano i moti di ribellione e repulsione che aveva
la sua cavia.
Nei
successivi 5 minuti alzò il livello fino a 7, vedendo che i muscoli si
contorcevano in modo innaturale, col sudore che aumentava ulteriormente la
conduttività degli elettrodi.
Tania
passò da uno stato d’animo prima di rabbia incredula, poi di panico e, alla
fine… quasi di eccitazione. Come era possibile essere eccitate da una simile
depravata, oltretutto donna? Il suo corpo in preda a spasmi violenti le stava
dicendo il contrario.
Greta
aveva notato che il tanga si era inumidito e sorrideva diabolicamente. Si
avvicinò e iniziò a giocare col tanga con l’obiettivo di toglierlo.
Tuttavia,
Tania voleva assolutamente uscire da quella situazione disperata e la ragione
ebbe la meglio.
Con
uno sforzo incredibile riuscì a spezzare parte della struttura in metallo e
liberare la mano destra.
Poi
si tolse il bavaglio e iniziò a gridare con quanto fiato aveva in gola,
strappandosi tutti gli elettrodi.
Greta
se la trovò di fronte libera e subì un calcio in faccia che la fece svenire.
Tania
in preda al panico fuggì portandosi i vestiti appresso.
In
un momento di lucidità pensò di avvertire la polizia, una volta arrivata a
casa.
Ora
Greta e Tania si trovano alla stazione di polizia.
Tania
aveva denunciato Greta per aggressione a scopo sessuale, raccontando la verità
in tutti i suoi particolari. Tuttavia la casa di Greta era isolata e nessuno
l’aveva vista uscire un quello stato né qualcuno aveva sentito l’urlo. Inoltre
la storia faceva acqua, perché alla polizia sembrava strano che una forte come
lei si facesse immobilizzare da una esile come Greta. E poi il “trattamento”
non aveva lasciato alcun segno sul suo corpo, che era ora in perfetta salute.
Greta
si stava maledicendo.
Che
cosa le era venuto in mente?
Aggredirla
così.
È
sicuramente stato un sogno averla sua anche per pochi , minuti, ma ora?
Tania
non si fiderà mai più di lei.
Lo
scherno delle coetanee e le opinioni della gente poco le interessano. La cosa
che più le da fastidio è l’aver perso il controllo ed essersi cacciata in una
situazione di pericolo.
Certo
non avrebbe potuto prevedere che quella bestia infuriata rompesse parte della
struttura in metallo, ma con un fisico così…
Si
ripromette che in futuro sarà 1000 volte più attenta. Perché è comunque
determinata a far sì che la sua fantasia si avveri.
Per
il momento si limita a gestire la situazione spiacevole: vista la mancanza di
prove è lei ad accusare Tania di averla aggredita con un calcio dopo essersi
quasi denudata per sedurla. La versione di Greta, aspetto da tipica ragazza
acqua e sapone, di buona famiglia, supportata dalla ferita sul labbro provocata
dal calcio di Tania, è più verosimile agli occhi della polizia che ipotizza
un’aggressione da parte di Tania in seguito ad un rifiuto.
Dopo
diversi giorni di accertamenti, persone interrogate, il tutto si conclude con
un nulla di fatto per mancanza di prove.
Greta
tira un liberatorio sospiro di sollievo dentro di sé; dopo aver assunto
un’espressione impaurita ed indignata di fronte ai commissari, una volta uscita
guarda Tania dritta negli occhi con un ghigno malefico e libidinoso come a dire:
-hai visto, stupida sgualdrina di cosa sono capace? Ai loro occhi tu sei quasi
più colpevole di me. Sappi che prima o poi tu sarai MIA-
Tania
è sconcertata.
Si
rende conto di aver agito in modo ingenuo ed imprudente.
Solo
un mese fa ha scoperto che Alex, suo compagno di studi, aveva secondi fini, ed
è arrivato a spiarla mentre era in intimità col suo Dan.
E
ora questa sua compagna di classe la immobilizza per torturarla. Meno male che
ha avuto la forza di liberarsi, altrimenti…cerca di non pensare a cosa sarebbe
potuto succedere. Inoltre quello stato di eccitazione nel momento in cui era
inerme alla mercè di quella pazza?
Meglio
non pensarci e pensare al suo futura da atleta, tornando ad allenarsi.
E
senza elettrostimolatori…
Piccola parentesi
Una
settimana dopo il fattaccio.
Tania
ha raccontato la sua versione alle compagne/amiche. Molta gente crede a Tania,
è una ragazza molto amata e stimata, non solo soggetto di invidia e desiderio.
Greta
non ha amiche, è una ragazza schiva. Di conseguenza non si cura delle occhiate
piene di disprezzo della gente. È tornata a fare i suoi piccoli giochi con
animaletti e cavie da laboratorio.
Oggi
è in programma una gita di un giorno al parco.
Se
ne starà da sola a guardare ragazzi e ragazze che scherzano, giocano, si corteggiano,
Tania compresa.
Stranamente
quel giorno, dopo il bagno nel lago del parco, un gruppo di ragazze incomincia
ad attaccare bottone, a parlare del più e del meno.
Insieme
si allontanano per un giretto nel bosco.
Quando
arrivano nei pressi di una rumorosa cascata smettono di parlare.
Greta
è spaventata dallo sguardo delle sue improbabili amiche.
“ora
avrai una piccola lezione”
Viene
portata di peso, incapace di ribellarsi, dietro ad un masso, spaventata.
Ad
aspettarla Tania dietro al masso.
“è
tutta tua, Tania, dalle una bella lezione, noi staremo all’ingresso ad impedire
che qualcuno si avvicini, anche se il posto è pressoché sconosciuto; tra una
ventina di minuti torneremo da te; buon divertimento”.
Greta
è in preda al terrore.
La
figura imponente e bellissima dell’oggetto dei suoi desideri si staglia ad un
metro da lei. Ma non è come lei vorrebbe. Greta la vorrebbe legata, alla sua
mercè, ora sono sole e Dio solo sa cosa sta per succedere.
Tania
si sfila i pantaloncini e la maglietta, rimanendo in bikini.
Si
avvicina a Greta che per un attimo la vede come un’amante e cade in ginocchio
ad ammirarla.
Quando
vede Tania così non ragiona più, fa il gesto di baciarle l’ombelico.
In
risposta riceve un calcio nello stomaco.
“ora
spogliati, larva”
Non
capendo le sue intenzioni obbedisce senza tentennamenti.
“completamente”
Anche
Tania si toglie gli ultimi indumenti.
“non
farti strane idee, larva, è che non voglio bagnare i vestiti”
Le
due ragazze, nude, sono in evidente contrasto tra di loro; la bellezza e la bruttezza,
la forza e la fragilità, la sensualità esuberante e la vergognosa timidezza.
Tania
la trascina per i capelli verso la cascata e la lancia in acqua, tuffandosi
dopo di lei.
La
prende per il collo e la solleva.
“ora
in questi 20 minuti avrò una piccola rivincita, larva, e spero, soprattutto per
te, che non mi rivolgerai mai più la parola…ah, non preoccuparti, non ti
lascerò segni visibili in modo che tu mi possa denunciare”
Greta
osserva la sua ex cavia con desiderio e ammirazione.
Mentre
è chinata con le mani strette attorno al suo collo, i suoi occhi sono iniettati
di rabbia. Nello sforzo di sollevarla contrae tutti i muscoli del suo magnifico
corpo.
Greta
rivede Tania in tutto il suo splendore e in tutta la sua furia, anche se le
parti sono invertite, rispetto all’ultima volta.
Nei
20 minuti successivi, Tania mette la testa di Greta sott’acqua diverse volte,
tirandola fuori al limite. Mentre la tiene sotto le allunga anche qualche
pugno. Deve sfogare la sua rabbia per aver subito quella sensazione di
vulnerabilità provata in casa della larva. E soprattutto per quella insensata
eccitazione che aveva provato.
Pure
in quel momento si sta chiedendo perché si è dovuta spogliare completamente, il
costume si sarebbe asciugato col caldo.
E
nell’essere nuda e sola con quell’essere perverso si eccita nuovamente.
Ciò
la fa arrabbiare ancora di più, facendole tenere la testa sott’acqua qualche
attimo di troppo.
Greta
ingoia acqua ed inizia a tossire convulsamente.
Tania
si ferma, ricomponendosi.
Greta
in questi minuti soffre fisicamente, ma lucidamente sa che Tania le vuole solo
dare una lezione. E ciò la tranquillizza. E vedere quella bestia in tutta la
sua furia la eccita, al pensiero di quello che le potrebbe fare, se nelle
giuste condizioni.
“ora
vattene”
dice
Tania, un po’ scossa dall’inspiegabile eccitazione provata poco prima.
Greta
la guarda, rivestendosi, chiedendosi se i capezzoli di Tania siano così in su
per il freddo dell’acqua o per altri motivi.
Incrociano
gli sguardi e Greta torna ad avere quella luce diabolica negli occhi.
-io
voglio averla-
Pensa
Greta.
Se
ne va, tossendo, lanciando occhiate assassine alle “amiche” di guardia.
Tania
sa per essere raggiunta dalle amiche quando grida loro.
“lasciatemi
sola!”
Le
amiche capiscono il momento difficile e se ne vanno.
Nella
solitudine della cascata, si ritrova a fare i conti col suo istinto.
Si
ritrova nuda nell’acqua; negli ultimi tempi le vicende con Alex e Greta le
stanno facendo capire quanto la sua bellezza sconvolgente abbia effetto sulle
persone.
Si
sente quasi in colpa.
E a
disagio.
Si
sente osservata.
Si
volta verso la sommità della cascata.
Un
ombra furtiva fugge si ritrae all’interno di un cespuglio.
Tania,
ancora scossa per quanto successo, con un balzo prodigioso raggiunge
velocemente il cespuglio sulla sommità della cascata e riesce ad agguantare
l’incauto “ammiratore”…Alex.
“cooosa?
Ancora tu?”
Tania
si sta stupendo di quanto sia sempre di più bersaglio di attenzioni
indesiderate.
Alex
non ha nulla da dire, questa volta sa di essere in torto e completamente
ingiustificabile.
Tania,
in preda ad una furia incontrollata, gli allunga due pugni e gli stringe il
collo con forza.
“maledetti!
Si può sapere che volete da me? Io voglio solo essere lasciata in pace. La
lezione del lago non ti è bastata?”
Alex,
incapace di reagire, è a terra. Le mani della sua adorata stanno stringendo il
suo collo mentre si trova sopra di lui, nuda a cavalcioni su di lui. Nonostante
la situazione pericolosa, vedendo quella bellezza selvaggia, non riesce a
trattenersi dall’allungare le mani sul corpo nudo di Tania, eccitandosi, non
avendo ormai nulla da perdere.
Tania
quasi non si capacita della situazione, e nel momento in cui nota un
inequivocabile rigonfiamento nei boxer del ragazzo, ripugnata dall’aspetto
dell’individuo, gli assesta un calcio deciso nelle parti basse, provocandogli
un dolore indicibile.
La
situazione di lei nuda su di un ragazzo a terra, unita agli eventi di poco
prima, provocano nuovamente una strana eccitazione nella ragazza, quasi
estasiata dalla sua potenza e forza, e dall’effetto che fa sulle persone.
Scacciando
con forza il pensiero dalla mente scappa via lasciando a terra un Alex
annichilito fisicamente.
Quello
che gli è appena successo, quel calcio violento, è causa di un dolore
lancinante alle parti basse.
L’oggetto
del suo desiderio è sempre più inarrivabile per lui, sta cadendo sempre più in
basso
Ha
sentito parlare, ultimamente di quello che è successo tra Greta e la sua amata.
La
cosa lo turba parecchio. Soprattutto si chiede come abbia fatto Greta a
convincere Tania a farsi immobilizzare così. Poi la storia degli
elettrostimolatori…si vergogna di se stesso nell’eccitarsi al solo pensiero.
Prova
una certa invidia per quella strana ragazza
esile e bruttina appassionata di genetica: lei è riuscita ad averla,
anche se solo per qualche minuto ed in modo perverso.
E
quanto avrebbe dato per rimanere solo con lei in quella casa, con lei
completamente nuda e legata?
Ma
cosa sta pensando? No, pensare a queste cose gli farà solo del male.
Meglio
la dignitosa rassegnazione.
CAPITOLO 3 –
TANIA E IL SUO COSTUME
2014 – lo sport
Nessuno
che abbia visto Tania negli ultimi ani, il suo corpo, quello che è capace di
fare, anche in competizione coi ragazzi, avrebbe il benché minimo dubbio che
lei ha tutte le carte in regola per diventare un’atleta di livello assoluto.
Sembra quasi, a 21 anni, che superi le leggi della fisica, a volte. Quello che
stupisce, in lei, è il fatto che eccelle sia nelle discipline in cui è
richiesta forza (come il lancio del peso, del giavellotto) sia nelle discipline
velocistiche come la corsa; riesce a stare davanti anche alle atlete di colore
nelle discipline puramente velocistiche, provocando lo stupore, l’ammirazione e
anche l’invidia da parte degli atleti che le stanno intorno.
Il
nuoto le permette di tenersi in forma, ma anche in questa disciplina eccelle e
riesce a tener dietro la maggior parte dei ragazzi.
La
disciplina in cui riesce a combinare il tutto con risultati eccezionali è il
salto con l’asta, tanto da concentrarsi di più su quella specialità, con un po’
di rammarico per non poter gareggiare in tutte le discipline (cosa che potrebbe
fare tranquillamente).
La
sua storia con Dan è finita da un pezzo, nonostante l’attrazione che c’era lei
non sopportava la gelosia di lui; d’altra parte lo capisce, vedendosi allo
specchio, che qualsiasi uomo non può trattenersi dall’ammirarla. Ma è meglio
così, in quel momento si sente a posto con se stessa e libera.
Solamente
dal punto di vista professionale le manca qualcosa. È vero che si sta
preparando per i giochi olimpici, che è già abbastanza famosa, che le è stato
proposto di sfilare, posare per calendari…tuttavia si sente quasi ingabbiata da
quella vita fatta di allenamenti e corse.
Vorrebbe
avere qualche soddisfazione in più.
La nascita della supereroina
Una
domenica come altre, dopo aver passato un sabato in discoteca con le amiche ed
una splendida notte d’amore con un ragazzo conosciuto la sera stessa, guarda la
TV e rimane incuriosita da un cartone animato in cui tre bellissime ragazze di
notte si vestono con una tuta aderente e…rubano.
Tania
non ha problemi economici, pur non navigando nell’oro, ma la sua voglia di
provare nuove emozioni ha la meglio.
Una
sera si prepara da sola un costume aderente di color grigio scuro.
Lo
indossa con niente sotto.
Prepara
anche una copertura per il viso, anch’essa aderente.
La
sua prima “missione” è perlustrare la città.
Come
farlo senza essere vista?
Le
sue doti atletiche le vengono in aiuto…ed anche la sua asta.
Dalla
finestra della residenza, alle 2 di notte, si cala silenziosamente senza essere
scoperta, aiutata anche dal colore della tuta.
Visto
che non può farsi vedere in giro così, decide di attraversare le zone meno
trafficate.
I
tetti sono i luoghi da cui è più facile avere tutto sotto controllo.
Tania
è soddisfatta di se stessa: l’idea di saltare con l’asta da un tetto all’altro,
oltre a permetterle di avere la situazione sotto controllo, le permette di
allenarsi ulteriormente (come se ne avesse bisogno).
Dopo
la prima notte di perlustrazione ce ne sono altre, ma fino a qui la cosa ha più
l’aspetto di un gioco.
Una
sera si accorge che un gruppo di malviventi sta forzando l’entrata di un
supermercato.
Il
buonsenso le dice di avvertire le autorità…ma ha la meglio il suo coraggio.
Con
un balzo prodigioso si porta sopra il tetto del supermercato.
Furtivamente
si cala da una finestra per osservare i 4 individui col passamontagna che
svuotano le casse.
Non
sa perché è entrata lì dentro, che può fare ora? Forse solo la curiosità o la
voglia di mettersi alla prova.
Nei
suoi movimenti è aiutata dal fatto che le luci sono spente e i malviventi non
sono al corrente della sua presenza. Ma accade un imprevisto: colui che sembra
essere il capo di ce qualcosa al suo compagno, il quale si reca al quadro
strumenti accendendo tutte le luci: evidentemente si è accorto della sua
presenza.
Con
il cuore in gola Tania si accuccia dietro al banco frigo, cercando di
guadagnare velocemente l’uscita.
Uno
dei quattro la vede!
“hey,
tu fermati…”
Tania
tenta di seminare l’uomo e ci sta riuscendo, essendo velocissima; decide di
tornare verso la finestra da cui è entrata, ormai ha messo parecchi metri tra
lei e l’uomo, quando, dietro ad un angolo, trova il capo ed un altro, entrambi
con una pistola indirizzata verso di lei.
“fine
della corsa”
Ora
sono in 4 attorno a lei e Tania si sta maledicendo per la sua imprudenza e
stupidità.
“ora
dimmi chi sei e che ci fai qui, intanto mani sopra la testa”
ora
che Tania è con le mani sopra la testa, la tuta mette in risalto le sue forme
sinuose, il seno abbondante e sodo, i glutei scolpiti, le braccia muscolose, il
fatto di essere spaventata, più della fatica della corsa, la fanno respirare
affannosamente. Sente gli occhi addosso da parte dei malviventi.
“sei
una donna eh? Interessante, ora mentre ti punto questa pistola addosso, togliti
quel bel costumino, inizia dal viso, voglio vederti in faccia”
Tania
non sa che fare…i ladri hanno il passamontagna, le telecamere non sono un
problema per loro, ma lei…il suo volto riconosciuto, la sua foto sui giornali,
la sua carriera rovinata, lo scherno della gente…è impietrita ed incapace di
ragionare con lucidità.
“beh,
a questo punto…voi 2, tenetela ben ferma”
i
due si avvicinano a lei e le prendono le braccia tenendole ben ferme dietro la
sua schiena; lei teme il peggio.
“capo,
è poco più alta di noi, e guarda che braccia che ha…non sarebbe meglio
legarla?”
“smettila,
ricordati che siamo in 4 e che è solo una donna, razza di fifone”
Il
capo si avvicina con la pistola puntata e fa il gesto di toglierle la maschera.
Tania,
a questo punto, seguendo il suo istinto, allunga una forte ginocchiata nelle
parti basse dell’uomo, scaraventa con forza i 2 che la tenevano contro il muro,
come 2 fuscelli, poi prende di peso il capo dolorante e lo lancia contro il
quarto che le puntava la pistola.
Con
un balzo è sui 2, prende le pistole e le allontana, inizia a prenderli a pugni
e calci i due malcapitati, facendoli svenire.
I
due rimanenti si scagliano su di lei con 2 sbarre di ferro. Il primo è
neutralizzato da un calcio sul naso, ma il secondo riesce a colpire Tania
sull’addome; incredulo vede che la ragazza avverte il colpo e si accascia per
un momento, ma in un secondo è già in piedi e lo disarma. Ora è l’unico a non
essere privo di sensi, ma è terrorizzato: chi può rimettersi in piedi dopo un
colpo del genere?
Tania
lo prende per il collo e lo sbatte contro un muro. Lei stessa è affascinata
dalla sua forza e potenza. La situazione, il sentirsi con le spalle al muro,
con 4 uomini contro di lei, di cui 2 armati, i loro sguardi avidi verso il suo
costume grigio, la consapevolezza di essere vittoriosa, la fanno eccitare
nuovamente…la stessa eccitazione che aveva provato qualche anno fa. La cosa la
infastidisce, stringe il collo del malcapitato con forza…
Le
sirene interrompono il tutto.
Tania
si accorge del pericolo di venire scoperta e fugge rapidamente.
“ferma…ma
chi è, quella cosa grigia, sembrava una donna…ragazzi venite qua, ci sono 4
ladri a terra, pensateci voi”.
Tania
è velocissima, l’adrenalina la aiuta.
Raggiunto
il tetto usa l’asta per saltare da uno all’altro, il suono delle sirene è
sempre più debole.
Arrivata
in una zona poco popolata scende dai tetti a inizia a correre a perdifiato, con
la sua asta in mano, verso la residenza.
Miracolosamente
non viene scoperta e piomba nella sua stanza con grande sollievo.
È
un po’ scossa ma sta bene.
Ma
che le succede?
Vuole
capire.
Va
allo specchio, si toglie la maschera, è ancora in costume.
Si
toglie anche il costume grigio ed osserva il suo corpo nudo; è sudata per la
corsa. I suoi ricordi volano alla sua prima “perlustrazione”, poi all’incontro
coi ladri, le pistole puntate su di lei, la sua reazione devastante…e ancora a
qualche anno fa…quella ragazza perversa che la immobilizza e la tortura, lei
che con forza si libera…lei che tiene la testa della ragazza sott’acqua, lei
che picchia il “guardone” Alex.
Si
osserva mentre la sua mano va ad accarezzarsi, si rotola per terra, si strizza
il seno con forza…e raggiunge un piacere mai provato prima.
Sconvolta.
Neanche
contenta.
Ma
girare di notte per la città le piace…
Il
giorno dopo i notiziari e i giornali parlano della vicenda, uno spezzone di
filmato in cui lei vestita in grigio si scaglia sui malviventi e fugge viene
proiettato a ripetizione su diverse emittenti e su internet.
“i
ladri, interrogati rivelano di come questo “fantasma grigio” sia sbucato quasi
dal nulla e di come la sua straordinaria forza le abbia permesso di metterli
fuori combattimento…ora la gente sta già inneggiando ad una improbabile supereroina
“Grey Phantom”, è il nome più gettonato…chi è? Perché lo fa? Come fa ad essere
così forte? Tutte domande che, al momento, non hanno risposta…”
Leggendo
l’articolo Tania sorride, consapevole del fatto che non possono risalire a lei.
Grey
Phantom le piace…
Certo
la polizia è sulle sue tracce, è pur sempre una che non rispetta le leggi,
calandosi di notte nelle finestre dei supermercati…
Decide
di aspettare qualche settimana, prima di “uscire” di nuovo.
Dicembre 2014 – la cattura
Siamo
a qualche mese dalla nascita di Grey Phantom.
Tania
si stupisce del fatto che una commissione esterna abbia radunato una serie di
ragazze dai 16 ai 35 anni, di grande forza fisica, più o meno della stessa
statura e corporatura.
Il
“raduno” è al campo di atletica, dove una fila di ragazze vengono fatte
accomodare in una stanza, scambiano poche parole con una signora ed escono
subito dopo.
Tania
è perplessa, ma si reca tranquillamente nella stanza.
Una
signora sulla cinquantina è seduta sulla sedia con uno strano telefonino sul
tavolo (non aveva mai visto quel modello).
Ora
riconosce una donna che aveva assistito al suo interrogatorio per l’episodio
con Greta.
Dopo
aver osservato Tania dalla testa ai piedi con uno strano sguardo, le chiede i
suoi dati, nome, indirizzo, età, ecc…
L’ultima
domanda la coglie di sorpresa:
“conosci
Grey Phantom?”
Tania
è incredula, che razza di domanda è?
Dopo
un attimo di indecisione:
“beh,
sì, so che è una specie di supereroina che in questi ultimi tempi “vigila”
sulla città…”
La
signora la interrompe.
“beh,
sì, effettivamente è utile alla comunità, anche se è comunque una fuorilegge;
per questo motivo la polizia vorrebbe interrogarla, ma lei non sembra molto
incline a farsi arrestare; è un peccato, la polizia vorrebbe collaborare con
lei…”
“capisco,
ma come mai siete venuti fin qui?”
“beh,
è semplice, i pochi dati che abbiamo su Grey Phantom sono che è una donna, che
è forte, alta, atletica, e opera in questa regione…diciamo che stiamo prendendo
i dati delle possibili eroine, niente di cui preoccuparsi…”
La
signora da un’occhiata al telefonino.
“tu
sei Grey Phantom?”
Tania
accenna un finto sorriso.
“ma
non scherziamo, certo che no!”
La
signora osserva il telefonino.
“va
bene, Tania, puoi andare”.
Tania
è preoccupata, anche se non hanno elementi per risalire a lei.
In
questi mesi è stata sempre prudente.
Le
sue perlustrazioni erano molto discrete, solo quando si imbatteva in qualcosa
di grave, come aggressioni, rapine, violenze, allora interveniva velocemente e
in modo letale: non si ricorda quanti rapinatori, stupratori e ladruncoli aveva
messo al tappeto con relativa facilità.
Le
è capitato qualche volta di imbattersi nella polizia, il cui obiettivo era,
comunque, di arrestarla, ma lei prontamente fuggiva.
In
ogni caso i poliziotti le davano la caccia per modo di dire, più per dovere; in
fondo a loro faceva comodo una così in città. Per questo motivo le pare ancora
più strano che qualche “commissione esterna” venga scomodata per capire chi è
Grey Phantom.
E
poi quella signora le sembrava molto, troppo sicura di sé.
Beh,
in ogni caso non avrebbe mai rinunciato a quella vita: troppe erano le
soddisfazioni, troppa l’adrenalina ogni volta che indossava quel costume.
In
questi mesi ha intensificato notevolmente gli allenamenti, migliorando
ulteriormente (come se ce ne fosse bisogno) la sua forza e, soprattutto, la sua
elasticità.
Non
sapeva che il suo corpo potesse arrivare a tanto, aveva scoperto ulteriori
potenzialità nascoste, sviluppato muscoli in zone che mai avrebbe immaginato.
E
quando si calava silenziosamente dai tetti delle caso per cogliere i malviventi
di sorpresa e metterli al tappeto, nonostante la prudenza le suggerisse il
contrario, preferiva sempre farsi scoprire, per poi dimostrare la sua forza e
metterne al tappeto 4 o 5 contemporaneamente. Lo stupore dei malcapitati, la
loro paura e la consapevolezza della sua potenza le provocavano delle strane
sensazioni, simili a quelle da lei odiate quando le era capitato di trovarsi
con Greta o Alex.
Quella
sera sembrava una come tante altre.
Ladri
in un centro commerciale.
Non
c’è ombra di una pattuglia della polizia.
È
il suo momento.
Entra
e, nel buio, scorge 7 uomini armati.
Questa
volta sarà difficile, ma le è già capitato di metterne fuori combattimento
anche di più, con la suo straordinaria forza ed agilità.
E
così avviene.
Sbucando
dal nulla coglie impreparati tutti i 7 uomini e li stende con facilità.
Ma
non aveva visto l’ottavo, che aveva guardato la scena dall’alto.
Un
dardo le si conficca nel braccio; nessuno l’aveva mai colpita. Dopo 2 secondi è
già priva di sensi.
Quella
sera ai poliziotti non sembra vero di aver “catturato” Grey Phantom, tanto che
stanno già discutendo sulla possibilità di non rivelare che era già a terra
priva di sensi per prendersi il merito e passare da eroi.
In
ogni caso la ammanettano e la portano in cella, in attesa dell’interrogatorio
del giorno dopo.
Tania
si risveglia in cella, ammanettata, con il suo costume addosso e…senza
maschera.
È
furiosa, ma con se stessa. Troppa sicurezza e leggerezza nell’agire, troppa
confidenza nelle sue qualità ginniche.
Ora
la sua identità sarà rivelata alla stampa e per lei cambieranno molte cose,
purtroppo.
Sentiva
le guardie discutere.
“dopo
le foto a Grey Phantom smascherata la stampa divulgherà la storia di come NOI
l’abbiamo catturata; ho già chiamato un amico giornalista, le foto sono in
archivio. Mi dispiace un po’ per lei; ma intanto dopo quello che ha fatto per
la città nessun giudice avrà il coraggio di condannarla, neanche a pagare una
multa. L’unica cosa è che adesso tutti sanno chi è. Tania G. è Grey Phantom,
chi l’avrebbe mai detto? Certo, ora si spiega la forza fisica…
Hey,
fermi, chi siete? Qui non può entrare nessu…”
Un
tonfo. Uno sparo. Un altro tonfo.
Sette
uomini con tute azzurre entrano armati e aprono la cella, puntandole delle
strane armi. Un dardo la colpisce e perde i sensi.
Il
giorno dopo i giornali:
“CLAMOROSO:
Grey Phantom si rivela essere la promessa dell’atletica mondiale Tania G., da
tutti considerata quasi un’extraterrestre per le sue doti atletiche, non meno
per la sua bellezza. Ma il giorno della cattura riesce in qualche modo a
fuggire, forse con l’aiuto di complici. Fatto sta che ha ucciso 2 guardie ed è
fuggita. Nessuno riesce a trovarla, non si è presentata all’allenamento. La
polizia ha già dato l’allerta alle frontiere. Quello che è certo è che, se
prima era un’eroina amata da tutti, dopo aver ucciso 2 agenti è colpevole di
omicidio…”
CAPITOLO 4 –
ALEX E GRETA
2014 - La carriera, la complicità
Chi
non ha mai fantasticato di essere un agente della CIA?
Nell’immaginario
collettivo sono loro ad essere determinanti per le vicende di vitale importanza
come terrorismo, attentati sventati e quant’altro.
Nei
film poi, non ne parliamo.
Agenti,
uomini o donne che siano, pronti a tutto, fisicamente ed intellettualmente più
dotati degli altri, moralmente inflessibili e fedeli alla patria.
Purtroppo
(o fortunatamente, a seconda dei punti di vista) nel modo reale le cose sono
ben diverse.
La
“congrega”, innanzitutto, non ha un nome, e non è conosciuta nei telefilm.
Certo,
la CIA esiste, svolge gran parte di quelle attività che si vedono nei film.
Ma
chi controlla veramente il tutto non può essere sotto gli occhi di tutti.
E
chi ci lavora è tutt’altro che moralmente incorruttibile, anzi, si cerca
l’opposto.
Ma
facciamo qualche passo indietro.
2013 – reclutamento
Greta
non è depressa, è in “stand by”, in attesa di una situazione favorevole.
Dopo
la sciocchezza con Tania la gente, che al contrario della polizia SA, la evita.
Non
passa giorno senza maledire quel maledetto giovedì in cui decise di invitare
Tania.
Certo,
quel giorno ha anche provato la più grande emozione della sua vita…
Data
la denuncia subita fatica anche lei a trovare lavoro; per questo è stupita del
colloquio fissato in una sala conferenze del migliore albergo della città; non
sa di cosa si tratta né il nome dell’azienda.
“buongiorno
Greta”
“salve”.
La
accoglie una donna sulla cinquantina, sicura di sé, con una strana luce negli
occhi.
“come
ci si sente ad essere considerata una lesbica sadica perversa dai cittadini?”
“io…io
non…”
“oh,
Greta è inutile negare. Vedi, io ero presente al momento della denuncia, quando
ho saputo la natura della denuncia mi sono precipitata in questa città e ho
assistito al vostro interrogatorio. Vedi, tu sei stata abilissima nel negare ed
inventarti quella storia sul fatto che TU avevi rifiutato Tania e lei ti aveva
picchiato. Ma io avevo questo…”
Un
oggetto simile ad un telefonino.
“vedi,
questo oggetto segnala senza possibilità di errore se una persona mente oppure
no…e Tania non mentiva, te lo assicuro”
Greta
infastidita.
“senta,
io non so cosa voglia da me, questi miseri bluff mi lasciano indifferente; la
sua storia non sta nemmeno in piedi; se fosse come dice lei avrebbe dovuto
intervenire ed arrestarmi dopo
l’interrogatorio, invece di lasciar cadere la vicenda per mancanza di prove”
“e
per quale motivo avrei dovuto?”
“ma…scusi
lei non è della polizia? Che vuole da me?”
“mettiti
comoda, ragazza, ora ti dirò chi sono e cosa voglio; mi interessano molto le
tue conoscenze di genetica, a tal proposito…ah, dammi pure del tu”
In
una trentina di minuti si delinea il tutto.
La
congrega controlla il destino del mondo. Lo fa con una mano invisibile. I fondi
e le strutture che possiede sono segrete. Come lo sono le avanzate tecnologie
di cui dispongono, tra cui il “telefono della verità” visto prima. Oltre ad
agenti sparsi in tutto il mondo, ha un centro di ricerca suddiviso in vari
reparti: ingegneria, fisica, genetica.
Il
centro di biologia/genetica si occupa di esperimenti su esseri umani di
svariata natura. Grazie ad incroci azzardati, chirurgia, elettroshock la
congrega è riuscita a creare il soldato perfetto, ovvero il non-human: si
tratta di uomini e donne perfettamente sani e cresciuti dalla nascita in
laboratorio, ma con una fondamentale caratteristica: l’obbedienza cieca ai
superiori; privi di volontà e desideri se non quelli di servire la congrega.
Al
centro si fanno numerosi studi, sempre sperimentando, sulla fatica, la resistenza
al dolore, l’istinto sessuale. Questi esperimenti vengono fatti, solo a scopo
conoscitivo ed in attesa di sviluppi futuri, su poveri malcapitati.
Le
cavie vengono selezionate con cura: umani di entrambi i sessi di maggiore età,
sani e robusti il più possibile per sopportare i vari “trattamenti”. Vengono
scelti per lo più atleti, soldati, esemplari forti fisicamente, anche carcerati
o prostitute. I più fortunati vengono utilizzati per la riproduzione e vengono
fatti accoppiare coi propri simili ripetutamente. Altri vengono usati per prove
di fatica. I più sfortunati per i test di soglia del dolore. Alcuni esemplari
particolarmente attraenti vengono “sequestrati” dalla direzione ed utilizzati
per il piacere del personale.
Per
il “reclutamento” vengono utilizzati i non-human, soldati infallibili che
riescono a compiere rapimenti a regola d’arte. I soggetti vengono scelti dai
piani alti dell’organizzazione, di cui la misteriosa donna è parte.
I
direttori del centro sono avanti con l’età e fanno fatica a tenere il passo con
la tecnologia. Ci vuole un rinnovamento.
Il
management ha selezionato Greta per due caratteristiche imprescindibili: le
conoscenze biologico-genetiche e la sua mancanza di umanità.
“cara
Greta, lo so che tutto ti sembra irreale, ora. Sappi che se sarai dei nostri
dedicherai la vita a noi. Lo stipendio non ti servirà perché vivrai nella
struttura. Ma la ricompensa migliore sarà, per te, un’isola completamente
attrezzata per i tuoi esperimenti, con tante cavie umane e tanti non-human ai
tuoi ordini. So che la cosa ti piace, non provarne vergogna. Ti abbiamo spiato
mentre facevi i tuoi “giochi” con gli animaletti. Domani vieni qui alla stessa
ora, se sei dei nostri. Se non ti vediamo vuol dire che non ti interessa e noi
cancelleremo la tua memoria di questo incontro…sì, certo, lo possiamo fare. Se
verrai con noi scomparirai e per i tuoi conoscenti non esisterai più. Un’ultima
cosa: noi non vogliamo avere il mondo in pugno, vogliamo solo controllare che
nessuno abbia il potere assoluto. Ciò richiede sacrifici, anche di vite
innocenti.
Addio,
o meglio, arrivederci, Greta.
Ah,
io sono il Membro 137, chiedi di me”
Greta
passa una notte insonne. Ha già deciso di accettare ma vuole gustarsi il suo
“non addio” ai genitori, ai conoscenti, pensando a quanto poco le importa di
tutti loro; l’unico suo dispiacere: riuscirà mai a mettere nuovamente le mani
su Tania? Chi lo sa?
In
ogni caso sparirà senza rumore…
Il
giorno seguente arriva all’appuntamento con uno zaino riempito di quelle poche
cose utili per una donna.
“mi
aspettavo di rivederti, Greta. Se nello zaino hai indumenti ti dico che non
saranno necessari, ti fornirai presso la nostra sede di tutto ciò che occorre”
“ok”
“fidati,
se ti comporterai bene sarai ricompensata con gli interessi…”
Greta
non capisce il senso della frase, ma si imbarca sull’elicottero.
La
sede del centro ricerche sembra essere in mezzo al mare.
Greta
quasi si spaventa quando l’elicottero scende verso il mare aperto.
Improvvisamente,
a seguito di una comunicazione da parte del pilota ad un microfono, un’isola si
rivela ai suoi occhi.
Greta
è senza parole.
“dispositivi
di occultamento, Greta. L’isola può anche chiudersi ed immergersi quando la
rotta è attraversata da qualche nave per precauzione, ma è successo una volta
in 29 anni…”
Un’isola
da sogno, grande quanto una metropoli.
Tanta
vegetazione e spazi verdi.
Si
intravede una struttura imponente, dove si sta dirigendo l’elicottero.
Avvicinandosi
si notano delle persone con una divisa azzurra che puntano delle strane armi a
uomini e donne seminudi che corrono in un percorso recintato a perdifiato.
“vedi,
gli azzurri sono i non-human; hanno già ricevuto l’input categorico di
obbedirti incondizionatamente. In questo momento le cavie stanno facendo un
test di resistenza sotto l’effetto di droga, per vedere gli effetti a lungo
termine della sostanza; qui, invece, ci sono le residenze per la dirigenza, di
cui farai parte da oggi; siete solo in 6 a dirigere, gli altri sono non-human o
cavie. Io darò gli ordini a voi 6, verificherò l’andamento delle ricerche e
riferirò ai miei superiori”.
Greta
conosce gli altri 6 componenti: Henry e Fiona, prossimi alla pensione,
responsabili rispettivamente della parte di elettronica/informatica e della
parte biologico/genetica (di cui Greta si occuperà). Gli altri membri si
occupano della logistica, della parte finanziaria e dei rifornimenti.
“Greta,
affiancherai Fiona per un mese, dopodiché lei si godrà la meritata pensione e
tu…il tuo meritato incarico”
Sorride.
Un po’ di pratica
Il
primo giorno seguente l’”assunzione” Greta familiarizza con le procedure e le
apparecchiature. Fiona le ricorda un po’ se stessa nel modo in cui manipola le
cavie, fredda con un sorriso diabolico.
Si
stupisce di quanto tutte le sue diaboliche fantasie siano semplice realtà in
quel luogo.
Osserva
affascinata mentre una femmina di colore viene incatenata ad un meccanismo
girevole, completamente nuda al sole.
I
legacci vengono tirati in modo che la cavia sia in tensione. L’operazione viene
ultimata dai non-human; a questo punto interviene Fiona.
“devi
sapere, Greta, che le operazioni di immobilizzazione vengono ultimate dai
non-human per evitare che, se qualcosa va storto, uno di noi venga preso in
ostaggio o ferito. Così, il massimo che può succedere è che un non-human venga
ferito. È successo 2 settimane fa. Una cavia appena arrivata, una ragazza
norvegese, campionessa regionale di nuoto sincronizzato, stava per essere
ricondotta in cella, quando ha avuto la forza e la prontezza di slegarsi (un
errore nella procedura da parte di un non-human inesperto), ferire 3 non-human,
prenderne uno in ostaggio e tentare di venire a negoziare da noi. Poveretta,
non sa che in non-human non hanno sentimenti. L’ostaggio è stato subito
eliminato senza batter ciglio dagli altri non-human, e lei è stata colpita con
dardi narcotizzanti. Ora sta subendo un trattamento di elettroshock esemplare,
dopodiché, ridotta in stato semi-vegetale, sarà utilizzata per qualche altro
test. È un peccato, avrei fatto volentieri a meno di sottoporla al trattamento,
ma è la procedura. Mi sarebbe piaciuto vedere come reagiva nel pieno delle sue
facoltà, aveva un carattere ribelle, che a noi piace tanto. Pazienza.
Il
mare è pieno di pesci…
Era
stata selezionata per il test a cui stiamo sottoponendo questa cavia di colore.
Nadia, il suo nome, un’atleta cubana di 21 anni che corre i 100 m, i 200 e
pratica anche il salto in lungo, un’atleta di grandi potenzialità, come puoi
vedere dal suo fisico. Vengono scelte non ancora famose, solitamente”
Greta
osserva e ascolta con morbosa attenzione la natura del test.
La
cavia veniva immobilizzata al sole , legata a questo marchingegno che funziona
come “girarrosto”. Veniva monitorato in battito cardiaco con degli elettrodi
che Fiona stava applicando in diverse zone e la temperatura con delle sonde
posizionate nella vagina e nell’ano.
In
questo modo si osserva come reagisce la cavia all’esposizione al sole.
Il
test viene eseguito su maschi e femmine di diversa razza ed età per avere dei
dati statistici.
Fiona
ammira il corpo di Nadia: alta, snella, muscolosa, senza un filo di grasso e,
nonostante tutto, con un seno abbastanza prosperoso. Era legata mani e piedi a
X; la tensione delle corde metteva i suoi muscoli in risalto.
Certo,
i suoi lineamenti non erano bellissimi, non molto femminili, e comunque, anche
come fisico non reggeva il confronto con Tania…aaah Tania, che ricordi, chissà
dove sarà ora?
Greta
distoglie la sua mente da Tania ed osserva come Fiona applica gli elettrodi e
le sonde con freddezza.
Stanno
per andarsene, ma Greta rimane 5 minuti ad osservare la cavia nuda e legata al
sole, col meccanismo che la gira lentamente.
Quando
si formano le prime gocce di sudore passa un dito sotto le ascelle, quasi a
solleticare Nadia, che ha un guizzo, un istintivo impulso a liberarsi. La cosa
la diverte, quindi ripete l’atto sfiorandola sotto i piedi, sull’addome, sul
seno. Era interessante come gli addominali spiccassero nonostante lei fosse
“tirata”.
Fiona
sorride.
“vieni,
Greta, dobbiamo finire i test per oggi, avrai tempo per divertirti finito il
lavoro”
Beh,
lei avrebbe indugiato di più, non sarebbe stata così “sbrigativa”.
Effettivamente
aveva notato che Fiona non si tratteneva molto con le femmine. Prediligeva
indugiare sui maschi, li tastava molto, senza alcun pudore, in fondo erano
cavie.
La
giornata continua regolarmente, Fiona si addentra nel lavoro sempre di più.
La
sera le cavie vengono condotte in celle separate, nutrite.
La
direzione si ritira nella residenza, dotata di tutti i comfort.
La
cena servita dai non-human è prelibata.
Greta
si inserisce nel gruppo con facilità.
Il
Membro 137 brinda alla nuova arrivata.
“ora
è tempo di ritirarci nelle nostre dependance. Beh, ognuno si diverta come
meglio preferisce…”
Una
risata maliziosa, rivolta a Greta.
Fiona
accompagna Greta verso le stanze.
“che
voleva dire con quella risata sul divertimento? Non capisco…”
Vieni,
Greta, ora ti spiego.
La
conduce in una particolare ala del reparto detenzione.
“qui
ci sono le cavie da noi prescelte per i nostri “divertimenti”; naturalmente
sono gli esemplari più attraenti. Possiamo farne quello che vogliamo, avere
rapporti, torturarli, oppure semplicemente tenerli incatenati in camera per
ammirarli”.
Greta
conta una ventina di celle.
L’addetto
alla logistica, un uomo sulla quarantina, grasso, calvo, si dirige verso la
cella di una mulatta. Ad un cenno dell’uomo 6 non-human entrano nella cella,
armati.
“stanotte
tocca a te, puledra; spogliati completamente”
La
cavia, con il terrore negli occhi, si denuda. È una giovane ragazza mulatta,
con due bellissimi occhi verdi. Il suo fisico è imponente, alta 1.90, gambe
affusolate e muscolose, seno naturale tonico e sodo, corpo da favola.
Greta
si rivolge a Fiona.
“chi
è?”
“una
ballerina di 22 anni. L’abbiamo scelta perché abitava in un piccolo paese ed
era molto facile prelevarla; oltre al fatto che è bellissima e fisicamente
dotata, ovviamente. Stasera tocca a lei sopportare Jean: è un sadico; gli piace
usare la frusta. È molto bravo nel provocare dolore senza lasciare danni
permanenti; in ogni caso le cavie da lui “usate” devono passare qualche giorno
a riposo prima di essere riutilizzate. Osserva…”
Un
apparecchio di forma rettangolare che scorre su piccole ruote viene introdotto
nella cella; la vittima legata ad X mani e piedi. Piange. Evidentemente sa cosa
l’aspetta.
Jean
entra, esamina la sua preda lentamente, la bacia, la tocca, la annusa.
“puzza
un po’, che le avete fatto fare oggi?”
“10
miglia a nuoto al mattino e 50 Km di corsa nel pomeriggio”.
“ah
ecco”
Prende
un idrante e lo dirige verso la cavia. Un getto d’acqua fredda la investe con
violenza. A questo punto Jean la insapona minuziosamente, insistendo su seno e
parti intime, mentre lei tenta di liberarsi inutilmente, osservando con
disprezzo e terrore il piccolo uomo.
Finito
il tutto la sciacqua e ordina ai non-human di condurre il carrello nella sua
camera.
Fiona
si dirige verso l’ala maschile.
Si
sofferma davanti alla cella di un ragazzo biondo, muscoloso. Si tratta di un
“accompagnatore” svedese, che ha avuto la sfortuna di avere come cliente Fiona,
la quale, trovandolo particolarmente attraente, ha persuaso il Membro 137 ad
“arruolarlo”.
La
procedura è simile, anche se lui viene incatenato con ancora le mutande
addosso.
Fiona
invita Greta ad antrare.
Il
ragazzo è alto e muscoloso. Le due donne lo osservano come un animale. Quel
giorno è stato sottoposto ad un trattamento di elettrostimolazione intensivo su
tutto il corpo.
Greta
si muove alle sue spalle e passa le sue unghie taglienti sulla schiena,
provocando istintivi moti di ribellione da parte del ragazzo. Le piace vedere i
muscoli guizzare al suo tocco. Sta rivalutando la possibilità di torturare gli
uomini, pur continuando a preferire le donne.
Fiona
si unisce a Greta, e con mani esperte iniziano a stuzzicarlo e a mordicchiarlo
un po’ dappertutto.
Il
ragazzo è ancora sudato per le fatiche del pomeriggio, ma Fiona preferisce non
lavarlo; le piacciono quando sono un po’ sudati.
Nel
momento in cui le due donne si mettono di fronte a lui e Fiona inizia a
leccarlo sul petto, Greta nota un rigonfiamento inequivocabile nelle mutande
del ragazzo.
Fiona
è una donna non bellissima, sulla cinquantina, ma il modo elegante in cui è
vestita e le sue abilità di
manipolazione eccitano lo stallone svedese. Greta, presa come da un raptus,
eccitata ma allo stesso tempo indignata, gli allunga uno schiaffo violento e lo
prende per i capelli.
“come
ti permetti, lurido animale, di avere un’erezione. Non ti hanno insegnato le
buone maniere. È questo il modo di trattare una signora? Ora ti farò frustare
fino a quando la voglia ti sarà passata…”
Fiona
la interrompe.
“hey,
stai calma; questo è il MIO giocattolo, non dimenticare; ora lo faccio portare
in camera mia…”
“ma…ma…ok,
ti chiedo scusa; è che avevo l’impressione che se la stesse spassando troppo e
quindi…”
“vedi,
Greta, non tutti sono così sadici. A me piace stuzzicarli, torturarli un po’.
Spesso mi piace eccitarli, masturbarli fino all’orgasmo per poi interrompermi
subito dopo. Dovresti vedere come supplicano, penso che per loro sia una delle
umiliazioni più grandi. Ma a volte li faccio venire. Con chi vale la pena…beh
ecco…ho anche dei rapporti. Ora non ti offendere, ma mi ritirerò nella mia
stanza con lui. Tu puoi scegliere chi vuoi, qui dentro. Le uniche regole
tassative sono: non slegarli MAI; non ferirli permanentemente; non ucciderli.
Hey,
voi portate lo svedese in camera mia.
Vieni
Greta voglio vedere cosa scegli”
Greta
percorre il corridoio vedendo molti esemplari maschi di varie razze, tutti
molto alti ed attraenti.
Ma
la sua attenzione si sposta sull’ala femminile.
-mmm…avrei
dovuto capire che preferiva le donne -, pensava Fiona sorridendo.
Ci
sono tante ragazze, molto attraenti; una coi capelli e gli occhi scuri ed il
fisico da modella le ricorda vagamente Tania, anche se lei era più vitale, più
forte e più bella; una bellezza purtroppo inarrivabile, con grande rammarico di
Greta.
Poi
le viene in mente una cosa.
“Fiona,
dove si trova la nuotatrice norvegese?”
“beh,
in questo momento sta subendo il trattamento, non la puoi portare in camera…”
“no,
ecco…vorrei solo vederla”
“ok”
Percorrono
alcuni piani sottoterra e raggiungono una stanza controllata da una decina di
guardie.
La
porta si apre.
La
norvegese è immobilizzata su di un letto a X, con cinghie su caviglie, cosce,
vita, collo, fronte, bicipiti e polsi.
Ha
una tuta bianca. Dei fili escono dalla tuta in diverse parti del corpo.
“vedi,
questo trattamento ha lo scopo di farla soffrire in modo prolungato, ma senza
provocarle danni a livello fisico; per questo vengono monitorati battiti
cardiaci e temperatura; se i valori diventano critici la tortura elettrica si
ferma, lasciandola riposare; c’è una telecamera che filma il tutto, parte del
video verrà trasmessa alle cavie come ammonimento.
In
questo momento, vedo dal computer, la cavia ha appena sopportato un ciclo
continuo di 47 minuti, come puoi notare dai suoi respiri pesanti; tra una
mezz’ora dovrebbe incominciare nuovamente”
“ecco…Fiona,
io vorrei rimanere qui ad osservarla un po’; non farò niente, osserverò come il
computer gestisce le scariche elettriche”
“beh,
Greta, ognuno ha i suoi gusti, è un tuo diritto”
“una
cosa vorrei chiederle…”
“dimmi”
“ecco
vorrei spogliarla…posso?”
“ah,
avrei dovuto immaginarlo, che sbadata; diciamo che la tuta che indossa non ha
una precisa funzione. Non è svestita perché lo scopo di questo trattamento è
punitivo, non di nostro piacere. Ok, puoi agire come credi; i non-human sono a
tua disposizione; ricordati di lasciar fare a loro le operazioni di
immobilizzazione; detto questo puoi giocare con la cavia come credi, il
trattamento è automatico. Che dire, buonanotte, io ho uno svedese seminudo ed
eccitato che mi aspetta e stasera mi sento ispirata, mmm…potrei sottoporlo alla
macchina del solletico…un giorno te la farò vedere, Greta. A domattina”
Greta
non vede neanche Fiona uscire, sta fissando con morbosità la ragazza norvegese
da qualche minuto.
Ora
è sola con lei; le guardie sono a sua disposizione fuori dalla porta.
Vuole
godersi quei momenti lentamente.
“non
so nemmeno il tuo nome, cagna; Fiona ha ragione ad essere dispiaciuta per te.
Il tuo sguardo iniettato di rabbia denota un carattere che non si arrende. E
sicuramente sei abbastanza forte da rompere delle manette d’acciaio, anche se
difettose, e mettere ko diversi non-human armati; anche se ora sei vestita si
vede che sei slanciata e forte; ma rimedieremo subito, inizierò a toglierti la
parte sopra…”
Il
trattamento è iniziato da meno di un giorno, quindi la ragazza è ancora nel
pieno delle sue facoltà.
Ha
un volto sbarazzino con delle lentiggini, occhi azzurri ed un bel colorito
sulle guance.
4
guardie entrano e dicono a Greta di allontanarsi, per sicurezza.
“toglietele
solo la parte sopra, per ora, grazie…”
Le
guardie, con le dovute precauzioni, abbassano la cerniera della tuta e
rimuovono la cinghia attorno alla vita, sollevando la tuta fino a sopra il
seno; la ragazza ha ancora una canottiera bianca; poco male, il piacere sarà
prolungato. Riallacciano stretta la cinghia attorno alla vita.
Ora
tocca alle cinghie sui bicipiti, la tuta viene sollevata fino ai polsi,
lasciando scoperte le braccia; nel momento in cui ha i bicipiti liberi si
dimena con forza; pur essendo ancora totalmente immobilizzata, le 4 guardie
fanno fatica a riallacciare le cinghie questa volta sulla pelle nuda.
L’operazione
analoga sui polsi viene fatta, per sicurezza, separatamente tra destra e
sinistra.
Greta
capisce, ora, perché le precauzioni non sono mai eccessive.
“lasciateci…”
Torna
ad esaminare la cavia.
Con
la tuta non si notava quanto fossero muscolose e toniche le braccia.
Nulla
a che vedere con Tania, ma questa si avvicinava; la peculiarità di Tania
consisteva nel fatto che era splendida in tutto. Questa era comunque
bellissima, ma era leggermente sproporzionata rispetto ad altre parti del
corpo, come l’addome, che, pur morbido e muscoloso, non era confrontabile con
la massa delle braccia. Trovare un minimo difetto in Tania non era difficile,
ma impossibile.
La
ragazza, di carnagione molto chiara, è un bagno di sudore, il suo petto si alza
e si abbassa velocemente per il trattamento appena subito.
Una
cinghia collegata a varie ampolle è fissata alla bocca, rendendole impossibile
parlare; probabilmente era il mezzo per nutrirla, visto che il trattamento
durava almeno una settimana. Elettrodi sui polsi.
Fili
che escono dalla canottiera all’altezza del seno, si intravede un nastro che le
avvolge tutto il torace coprendo i capezzoli.
Greta
incomincia ad accarezzare la cavia sul volto, sul seno, sull’addome, tastando
la fermezza dei bicipiti. Decide di togliere la canottiera mentre è ancora
legata. La sfila dai pantaloni della tuta, con difficoltà la fa passare sotto
la cinghia, scoprendo i meraviglioso seno palpitante. Sul torace vi erano
elettrodi sia per monitorare i battiti cardiaci sia per indurre scosse
elettriche.
La
annusa, è tuta sudata.
“hai
proprio un bel corpicino, sai, cagna?”
La
lecca sull’ombelico.
“sei
salata…mi piaci”
La
cavia ha un impulso di ribellione: non solo dovrà soffrire in modo indicibile
per una settimana, ma ora deve anche subire le depravazioni di quella lesbica?
Emette
un grugnito misto tra rabbia e frustrazione e tira violentemente alle cinghie.
Guarda
Greta con odio e aria di sfida.
“vedo
che hai ancora tanta forza. Guardie, i pantaloni; spogliatela completamente”
Le
guardie sono 6, ora, le operazioni sono svolte con lentezza ed attenzione,
usando cinghie supplementari.
Operazione
ultimata.
Greta
capisce il perché delle 6 guardie: le gambe hanno una massa muscolare
impressionante.
Nella
zona anale e vaginale ci sono dei tubi infilati strategicamente e fissati con
lo scopo di espletare le funzioni fisiologiche della cavia durante il
trattamento.
Altri
elettrodi applicati alle caviglie.
“guardia,
vedo che il letto ha un meccanismo; posso divaricare la gambe maggiormente?”
“naturalmente”
La
guardia agisce su degli ingranaggi che divaricano le gambe della cavia quasi
perpendicolarmente al busto.
L’elasticità
della ragazza è impressionante.
Greta,
in piedi in mezzo alle gambe della cavia, con le mani appoggiate delicatamente
sulle cosce nude, fissa la sua preda. Le accarezza le gambe che si contraggono
istintivamente nel tentativo di fuggire e la fissa negli occhi.
“sei
ancora dell’idea di sfidarmi?”
dice
Greta chinandosi a baciarle l’ombelico e l’addome in più punti.
Con
lentezza agghiacciante lascia quella posizione invitante per portarsi dietro di
lei, sempre tenendo un dito a contatto col suo corpo e facendolo scivolare in
modo sensuale.
La
cavia è una furia e tenta di dire qualcosa attraverso il bavaglio in una lingua
a Greta sconosciuta.
Ora
Greta si trova dietro di lei e, appoggiando le sue mani sui bicipiti della
cavia, inizia a baciarla sensualmente su fronte, guance, collo, orecchie.
Contemporaneamente
fa scivolare le mani su ascelle, seno, impastandolo con avidità e saggiandone
la fermezza.
La
cavia emette lamenti di protesta tentando di dire qualcosa.
Greta
torna al suo fianco e la fissa sorridendo.
“hey,
che hai da dire? Non parlo la tua lingua. Sai una cosa? Di solito sono più
sadica, meno dolce, ma…il fatto che io a te faccio schifo, e lo percepisco, fa
sì che tu istintivamente ti ribelli ai miei tocchi e la cosa mi piace tanto…”
e
passa nuovamente le mani su addome e seno.
Improvvisamente
il computer emette uno strano suono simile ad un allarme.
Gli
occhi della cavia sono ora colmi di terrore e vanno a cercare Greta in cerca di
un aiuto disperato. Da questi particolari Greta capisce che il trattamento sta
ricominciando.
Inizialmente
emette un urlo di rara intensità, ma le si blocca in gola dopo un secondo.
L’intensità della tortura è tale che la cavia non è in grado di emettere un
suono.
Greta
osserva l’animale con interesse. La tortura si mantiene costante per alcuni
secondi su tutto il corpo, per poi alternarsi variando di intensità, su alcune
zone, per lasciare un fisiologico tempo di recupero e per non diminuire troppo la
sensibilità al dolore.
Quando
le gambe vengono sollecitate Greta può appena avvertire visivamente un guizzo,
una contrazione permanente nei quadricipiti della cavia; pertanto si porta di
nuovo in mezzo alle gambe divaricate e appoggia le mani sulle cosce. Nel
momento in cui parte la scarica avverte molto di più la contrazione dei muscoli
toccandoli, nonostante la posizione delle gambe e le cinghie ben strette.
Ora
la scarica è indirizzata altrove.
Presa
da un istinto di “compassione” si avvicina con la bocca al suo monte di venere,
mantenendo le mani sulle cosce ed accarezzandole.
La
sua lingua si infila dove può, tra sonde ed elettrodi, stimolandole quella
parte molto sensibile. Grida di protesta da parte della vittima.
Ora
osserva la parte superiore del corpo. Quando investita dalla scarica contrae
nello stesso tempo pettorali, bicipiti, addominali in modo innaturale. Greta
avverte ad occhio la bellezza dei suoi muscoli, resi lucidi dal sudore della
cavia.
Per
25 minuti si diverte a vedere la sofferenza della ragazza e ammirandone
contemporaneamente il corpo atletico.
Ogni
tanto passa le sue mani avide sulle pelle per accarezzarla sadicamente, a volte
pizzicandola, a volte palpandola sensualmente.
Quando
il torace viene lasciato “a riposo” le contrazioni diminuiscono, ma il petto
inizia ad alzarsi ed abbassarsi convulsamente. In quei momenti Greta va ad
assaggiare il corpo della vittima leccandola ed annusandola.
Infine,
mettendosi a cavalcioni su di lei su di una coscia, mentre una scarica le
colpisce il torace, lei la lecca sull’ombelico e la morde, trovando in
quell’atto un piacere che non provava da tempo, precisamente da quando aveva
visto Tania sulla pertica in palestra.
Quando
il trattamento si ferma, Greta si ricompone, passa una mano sull’addome e sul
seno della ragazza, osserva che i suoi occhi sono ora inespressivi, anche se
conservano quella punta di rabbia e frustrazione che a Greta piace tanto.
Evidentemente il trattamento sta incominciando a funzionare.
“mi
è piaciuto averti a modo mio, cagna. Penso che ti farò visita ancora, in questi
giorni”
Un
bacio sulle guance.
“guardie,
rivestitela”.
Un vecchio amico
Arriva
il momento dell’addio per Fiona.
Greta
è un po’ dispiaciuta, si stava affezionando, ma Fiona la rassicura
“stai
tranquilla, ogni tanto vi farò visita per divertirmi un po’; ho messo gli occhi
su un ragazzo cubano, un avanzo di galera niente male, tutta roba naturale…”
Ora
Greta ha il comando.
Raggiunge,
come ordinato, il Membro 137 nel suo ufficio.
Ella
si congratula con lei, le spiega come il suo inserimento sia stato più che
soddisfacente.
Parlando
della situazione dell’isola, viene fuori che Henry sta andando in pensione, ma
si fatica a trovare un degno sostituto.
La
mente di Greta scava nei suoi ricordi e le viene subito in mente qualcuno…
“Membro
137…ecco, io vorrei suggerire una persona…”
Alex,
dopo la delusione profonda con Tania, cade in uno stato di profonda
depressione.
La
disavventura del lago è nota praticamente a tutti. Quella della cascata un po’
meno.
Le
aziende che lo avevano contattato smettono di cercarlo. I genitori lo mettono
sotto pressione ignorando i suoi sentimenti.
Sentimenti
per Tania che, gradualmente, lasciano spazio all’odio.
Alex
coltiva un odio profondo per colei che lo ha rifiutato.
Inoltre
quel calcio nella zona genitale, già in precedenza poco vigorosa e alquanto
“inutilizzata”, lo ha reso quasi incapace di avere rapporti sessuali. Incapace
di avere rapporti normali per motivi di insicurezza, sfoga la sessualità nel
sadismo.
Internet
in questo lo asseconda parecchio. In ogni caso spesso paga prostitute che si
facciano legare per soddisfare i suoi istinti. Dominando e legando le sue
vittime, riesce a raggiungere il piacere.
Ciò
che è successo a Greta è visto con invidia e turbamento, ora.
Fondamentalmente
realizza che l’unico modo per avere una donna, per LUI, è farlo contro la sua
volontà. E visto che non è molto dotato fisicamente…l’unico modo, si sa qual è,
il cerchio si restringe.
Rimane
un genio inespresso con qualche denuncia da parte di alcune prostitute non
molto accomodanti in fatto di fantasie sadomaso, il che per il suo curriculum
non è il massimo
E
deve trovare un lavoro.
Si
reca all’ennesimo colloquio quasi con rassegnazione.
La
signora cinquantenne lo accoglie nel suo studio.
“Alex,
eccoti qua, finalmente. Dobbiamo migliorare la nostra divisione di
reclutamento, se è vero che ci stavamo per perdere un elemento come te…se non
fosse grazie e LEI”
Greta
si rivela.
È
cambiata.
Oltre
ad essere cresciuta ha anche l’aria più
rilassata e felice rispetto a come l’aveva conosciuta.
Si
stringono la mano.
“Alex,
sei cresciuto ma non sei cambiato molto…”
Greta
racconta al suo amico tutte le sue vicissitudini, dai 2 episodi con Tania, al
reclutamento, alla congrega, al suo lavoro, a come riesca a provare piacere e
soddisfazione ora.
Alex
è incredulo, ma decide di accettare.
A
lui toccherà la parte informatica, sensoristica ed elettronica del Centro.
Il
giorno dell’insediamento, il suo stupore alla vista dell’isola è grande, Greta
sorride pensando a quando lei aveva provato le stesse cose.
Ad
Alex vengono spiegati tutti i meccanismi di allarme, controllo,
videosorveglianza, macchinari per i test.
Le
sue abilità informatiche, insieme alle conoscenze della meccanica, stimolano in
lui diverse idee, da mettere in pratica a breve.
Henry
è un insegnante paziente e metodico.
Dopo
un introduzione generale, Alex visita la zona di “allenamento”, in particolare
la piscina.
La
piscina è visibilmente più lunga di una comune piscina olimpionica, più
profonda e con un bordo alto 3 metri, in modo da rendere impossibile la fuga
delle cavie.
Alex
osserva affascinato la procedura: le cavie in costume da bagno, sono avvicinate
alla piscina, con mani legate dietro la schiena e caviglie collegate con una
catena lunga 10 cm (per dare una minima possibilità di movimento). Degli
elettrodi sono applicati al petto (alle donne sotto il costume intero) e legati
attorno al torace. Un monitor segue le loro pulsazioni. Vengono appesi a testa
in giù con un paranco, le loro mani liberate e, successivamente, i loro piedi,
facendoli volare in acqua. Oggi sono sottoposti ad una prova di resistenza
sulla lunga distanza.
“ma
come siamo certi che diano il massimo?”
“oh,
vedi, Alex – interviene Greta, che in quel momento è ai monitor – è semplice:
l’ultimo arrivato viene sottoposto ad un doloroso (ma fondamentalmente innocuo)
test di resistenza al dolore; il primo viene lasciato “a riposo” per 2
giorni…certo non vogliamo che a subire siano sempre gli stessi, quindi
solitamente diamo un vantaggio cronometrico ai più deboli sulla base degli
ultimi test…diciamo che è molto a nostra discrezione; l’importante è che queste
stupide bestie non se ne accorgano e spingano sempre al massimo”
Alex
è stupito di quanta sicurezza abbia Greta, rispetto a pochi anni fa; ora è al
comando della divisione genetica; certo sembra aver mantenuto quella freddezza
che l’ha sempre caratterizzata.
Gli
uomini iniziano il loro test e vengono fatti partire separatamente, in modo da
poter “truccare” i dati cronometrici senza difficoltà.
Ora
è il omento delle donne.
Alex
si accorge subito delle preferenze dei suoi colleghi; tra le donne Greta è
l’unica che ha una predilezione per le cavie femmine e sembra non
vergognarsene. Tra gli uomini solo un certo Jean, uomo piccolo e goffo, sembra
divertirsi egualmente sia con gli uni che con gli altri. Lo sente rivolgersi a
Greta dicendo “stasera non mi dispiacerebbe portarmi in camera sia il cubano
che la ballerina e frustarli insieme; ah, per il test vorrei far perdere il
cubano, ha tentato di ribellarsi quando lo toccavo…ti dispiace?”
Greta
annuisce con disinteresse.
Alex
rimane colpito da una nuotatrice: capelli castani, occhi marroni da gatta,
fisico imponente ma slanciato.
“chi
è, Henry?”
“ah,
Stella! È un’atleta italiana completa (nuoto, corsa, lancio del peso) arrivata
da 2 settimane. Le stiamo facendo fare diverse prove fisiche, per vedere dove
se la cava meglio, data la sua bellezza potrebbe essere anche inclusa tra i
“divertimenti”, chi lo sa”
Alex
osserva come i non-human la calano con il paranco. A testa in giù accenna un
movimento istintivo per tirarsi col busto su e contrae i suoi magnifici
addominali. Una volta in acqua, al momento del via, parte con una velocità e
potenza impressionanti; la sua muscolatura quasi eguaglia quella di Tania, pur
rimanendo un gradino sotto.
“Henry…ecco…avrei
una richiesta…”
“ah,
lo sapevo! L’hai subito adocchiata, vero? Beh, non è ancora annoverata fra i
“divertimenti”, ma visto che sei nuovo faremo un’eccezione; chiederò a Greta di
farla vincere, per tenerla riposata domani sera; avanzerò la richiesta speciale
al Membro 137”.
La
giornata passa senza intoppi.
La
prima cena sull’isola è positiva anche per Alex, aiutato molto da Greta, che lo
fa sentire molto a suo agio.
Al
momento di andare a scegliere le “vittime” per la serata, Alex ha una richiesta
particolare.
“ecco,
Henry, Membro 137, tutte queste cavie sono molto belle e sicuramente avrò modo
di apprezzarle. Io vorrei passare la mia prima serata con Stella, l’atleta
italiana, ma visto che sarà disponibile solo domani, mi piacerebbe fare
“visita” presso ognuno di voi, così, tanto per capire i vostri gusti, sempre se
ciò è permesso…anche lei, Membro 137, mi interesserebbe vedere cosa le piace”
I
colleghi accettano di buon grado.
Il
primo ad essere visitato è il suo tutore, Henry.
Una
bionda giovane e prosperosa (una prostituta tedesca) è legata al suo letto
seminuda, Henry avvicina al letto un carrello con ghiaccio, cibo di vario
genere, vino. Evidentemente gli piace avere dei rapporti tradizionale, con qualche
variante legata al cibo e, ovviamente le dovute precauzioni che impongono
l’immobilizzazione delle cavie.
L’amica
Greta ha in camera una centometrista di colore. È nuda, legata ad X
verticalmente e sollevata leggermente da terra. Greta le sta applicando degli
elettrodi su tutto il corpo.
“ti
ricorda qualcosa, Greta?”
Silenzio
tra i due.
Greta
accenna un sorriso. Entrambi sono accomunati dal folle desiderio per una certa
persona. La nostalgia di Tania li rende quasi malinconici.
Alex
decide di lasciarla lì ed andare altrove, per scacciare il ricordo della ex
compagnia di scuola.
Jessica
e Magda, due donne sulla quarantina, non belle ma dall’aria non certo di donne
acqua e sapone, addette all’alimentazione e al controllo sanitario delle cavie,
sono nella stessa camera con un uomo muscoloso, nudo, legato fermamente ad una
specie di lettino ginecologico. Un divaricatore gli tiene aperta la bocca.
Cinghie spesse su polsi, bicipiti, collo,, addome, cosce e caviglie lo immobilizzano fermamente al lettino con le
gambe divaricate.
Mentre
Jessica sta palpeggiando l’uomo facendolo eccitare lentamente, Magda spiega ad
Alex:
“noi
ci divertiamo così, lo eccitiamo in tutti i odi possibili, lo punzecchiamo, lo
stuzzichiamo, per tenerlo sull’orlo dell’orgasmo. Quando è sull’orlo della
disperazione…beh, dipende quanto è bravo a supplicare”
Detto
questo si unisce alla collega ed inizia un lavoro paziente sul corpo del
malcapitato. Magda sembra essere più esperta, visto che al suo tocco l’uomo ha
subito una erezione evidente.
Jessica
appare un po’ risentita, lo schiaffeggia.
“e
così la preferisci a me? Maledetto cane!”
E
gli morde con violenza l’orecchio, mentre Magda continua il lavoro
sensualmente.
Alex
si reca dal sadico Jean.
Una
donna ed un uomo, entrambi di colore, sono legati l’uno di fronte all’altra, con delle mutande
addosso. Segni evidenti di frustate sul corpo di entrambi, più sulla donna.
Alex
saluta, non prova particolare simpatia per l’uomo.
Membro
137.
Alex
bussa.
“avanti”
Un
uomo ed una donna seminudi sono imbavagliati ed immobilizzati su uno strano
marchingegno, con spazzole rotanti, piume, stuzzicadenti.
“macchina
del solletico, Alex. Ho selezionato i soggetti più sensibili, non quelli più
attraenti, come vedi. Osserva”
La
donna preme un pulsante. Le spazzole e
le piume iniziano a danzare sulle parti più sensibili dei due poveretti;
ascelle, fianchi, piedi, collo sono le zone più sollecitate.
La
donna, specialmente, si sta dimenando come una furia, urlando convulsamente.
Alex
è affascinato da tutto ciò.
Tuttavia
si ritira in camera sua. La sua preferenza per Stella il giorno dopo in realtà
è una scusa per ritirarsi in camera ed accendere il suo vecchio PC: la
nostalgia la coglie, le foto della sua amata Tania, ora giovane promessa
dell’atletica, sono da lui conservate minuziosamente e con ossessione; dalle
pose fotografiche più banali ai fermo immagine colti durante le sue
performance.
Non
riesce a dimenticarla.
Sta
per mettersi alla ricerca dell’ennesimo video o articolo quando sente bussare
la porta.
“Greta,
vieni, entra”
“ciao
Alex, come te la passi?”
“beh,
guarda, non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto venire fino a qui.
Non sarò mai in grado di sdebitarmi”
“beh,
devi sapere che per me è un piacere avere qui una persona che conosco fin dal
liceo”
Parlano
come 2 vecchi amici, si raccontano del più e del meno, Greta parla del suo
sadico lavoro come se niente fosse.
Ad
un certo punto Greta incalza:
“stai
ancora pensando…a lei. Vero?”
In
tutta risposta, Alex mostra a Greta le foto sul suo PC. Greta è stupita nel
vedere la quantità di foto della vittima dei suoi sogni, suddivise per cartelle
e sottocartelle: video, interviste, articoli, foto, performance atletiche.
Il
solo pensiero di quello che potrebbe farle sull’isola la fa volare con la fantasia
come non mai. Una foto in cui Tania è alle prese con il salto con l’asta
cattura la sua attenzione: l’atleta ha appena lasciato l’asta, il viso
concentrato nello sforzo, i muscoli slanciati tesi e sinuosi allo stesso tempo,
il top smaniato lascia scoperto l’addome e tutti gli addominali scolpiti.
Greta
vola e sogna Tania sull’isola come cavia, ma viene colta da un pensiero
incalzante:
“Alex…tu…la
ami, vero? Voglio dire in modo tradizionale, non le faresti mai del male, la
vorresti tutta per te, se fosse una cavia qui la vorresti liberare per
mostrarle il tuo amore…vero?”
“Greta…tu
non sai quanto io sono cambiato. Crescendo e scontrandoti con la realtà, con il
tuo aspetto fisico, arrivi a capire che non potrai mai avere una creatura così,
come potrebbe innamorarsi di me? Vedi, il mio desiderio per lei è immutato,
anzi, più forte di prima. Ma c’è una differenza.
Forse
non sai che il calcio che mi ha dato quel giorno mi ha provocato non pochi
problemi sessualmente; non sono affatto impotente, ma faccio fatica ad
avere…ecco tu sai cosa; invece l’idea di avere una donna in mio potere mi
eccita moltissimo. Tania poi…non parliamone.
La
voglio umiliare, come lei ha fatto con me. Voglio che soffra. Voglio che si
penta di avermi rifiutato. Voglio strapparla dal mondo che lei conosce ed
averla qui per torturarla lentamente, senza danneggiarla troppo. Voglio che
diventi una schiava, un oggetto nelle mie mani. Ma deve soffrire, ribellarsi,
voglio sentirla urlare di rabbia”
Gli
occhi di Alex si illuminano e incontrano quelli di Greta.
La
magia della situazione, l’incontro tra i due, i sentimenti rivelati abbattono
le barriere tra i due. Quasi in estasi i due si abbracciano, poi, tenendosi per
mano e contemplando la foto di Tania, iniziano ad accarezzarsi.
Complici.
Non
provano attrazione l’uno per l’altra. Ma il loro desiderio va nella stessa
direzione.
“Alex,
sapessi quante volte ho parlato col Membro 137…il fatto è che lei è famosa,
capisci? Troppi occhi puntati addosso. Troppa gente sulle sue tracce. Ci
vorrebbe un miracolo, che ne so, che venisse arrestata, oppure…bah. Il fatto è
che non mi voglio illudere. E comunque qui abbiamo di che consolarci, non
trovi?”
Alex
annuisce, non molto convinto.
Piacevole passatempo
Alex
è nella sua stanza, sta guardando le notizie in TV.
-
quanto
ci mettono? Dovrebbero essere qui da 2 minuti, ormai – pensa.
Bussano
alla porta.
“ah,
finalmente”
I
non-human entrano nella stanza con un carrello.
Stella
è legata, tradizionalmente, ad X, bendata e con un divaricatore in bocca.
Come
da Alex ordinato, è vestita con culottes e canottiera bianca.
Vengono
lasciati soli.
Mentre
la cavia inizia a dare strattoni alle cinghie, chiedendosi il perché
dell’attesa interminabile, Alex, con sadica pazienza, le gira attorno,
osservando da vicino la sua preda.
È
la prima volta che si trova a realizzare i suoi sogni dal vero.
La
cavia è un esemplare magnifico. Ora che è legata si può osservare da vicino
ogni centimetro del suo corpo da favola.
Con
un dito e con leggerezza Alex inizia a stuzzicarla e a pizzicarla qua e là; è
bello vederla strattonare, i suoi muscoli sono più in risalto; ne può saggiare
la consistenza pizzicandola e mordicchiandola nella zona dei pettorali e dei
bicipiti.
La
schiena è un inno alla perfezione, sinuosa e tonica.
Alex
gioca con l’elastico delle mutandine saggiando la compattezza delle natiche.
Gli
era già capitato di legare qualche prostituta, ma allora erano tutte
consenzienti; e comunque si facevano legare in modo molto finto.
Ora
era tutto diverso.
E
poi non aveva ancora visto un corpo così; certo, il corpo di Tania era qualcosa
di inarrivabile, ma questo “surrogato” era comunque notevole. E poi non aveva
mai avuto il tempo di esaminare da vicino il corpo di Tania, se non in quelle
brevi occasioni in cui lei lo malmenava.
Ora
Stella era lì, legata e alla sua mercè. Voleva gustarsi quel momento.
Clack…clak…Alex
aveva deciso di metterla più in tensione, diminuirle la libertà di movimento;
Braccia e gambe ben stirate, anche se non al limite.
Rrrip…con
una forbice taglia le spalline della canottiera; via la parte sopra.
Un
torace magnifico, con costole a vista (data la posizione), ma con un seno bello
e sodo.
Il
divaricatore viene fissato ad una barra in alto per tenerla con la tesa rivolta
in alto.
Tanta
forza e potenza nelle sue mani.
Con
uno stuzzicadenti la punge sulle cosce, sull’addome, sotto le ascelle.
I
suoi scatti involontari sono la cosa che più lo appaga.
Col
tempo aveva scoperto di amare sempre di meno il sesso tradizionale. I vani
tentativi di ribellione della vittima lo eccitano violentemente.
Via
le mutandine.
Alex
pazientemente si porta nella sua zona genitale e incomincia, con una pinzetta,
a tirare fastidiosamente la peluria…tac; ecco un pelo pubico che se ne va, con
conseguente lamento della vittima.
Si
diverte ad alternare strappate fulminee e decise ad altre prolungate e dolorose
per la vittima, che incomincia a sudare.
Il
sudore fa brillare in modo visivamente piacevole il corpo di Stella.
Alex
la annusa e la pizzica un po’ dappertutto, per poi tornare alla dolorosa
depilazione.
Questa
notte Alex capisce che tutte le sue sofferenze passate saranno in parte
giustificate dalle soddisfazioni che si prenderà da quel momento. Stella è la
prima vittima dell’umiliazione e del dolore fisico provocati dal sadico e
paziente Alex.
Usando
la malcapitata come cavia, Alex sperimenta su di lei l’elettrostimolazione,
arrivando a limiti che mai avrebbe pensato di raggiungere su un essere umano.
Si
sente un Dio, avendo il totale controllo sulla bella atleta.
Il
piacere raggiunto dopo 2 ore di torture alternate a piccoli giochetti è molto
appagante per Alex, che rimane a dormire per parecchie ore.
Al
suo risveglio vede la sua cavia esausta per la posizione in cui è rimasta
legata tutta la notte ma ancora reattiva al suo tocco.
Rilascia
la catenella legata al divaricatore per poterla vedere in faccia. La bacia con
ardore, con moto di repulsione da parte della vittima, per poi schiaffeggiarla
con rabbia, sfogando tutta la sua frustrazione per la sua delusione con Tania.
Se
solo lei fosse qui al posto della povera Stella…un accenno di nostalgia prende
il ragazzo.
Nei
mesi successivi Alex si da molto da fare per mantenere efficienti tutti i
sistemi di sorveglianza e tutti gli apparecchi elettrici e meccanici utilizzati
sia per gli esperimenti che per le “sessioni”. Grazie alla sua fantasia ed al
suo genio riesce a sviluppare un sistema molto più sicuro ed efficiente
rispetto al suo ormai vecchio predecessore.
L’affiatamento
con Greta e la comune passione, rafforzata dai loro gusti molto affini,
permettono loro di raggiungere ottimi risultati nelle ricerche, ben oltre le
previsioni del Membro 137.
Spesso
si ritrovano nel dopo cena a giocare insieme con cavie femmine, torturarle ,
violentarle, anche solo umiliarle.
Altre
sere, però, si ritrovano ad ammirare con nostalgia le foto della loro amata
Tania G.
Un
supplizio a cui non riescono a porre termine, nonostante gli innumerevoli
svaghi offerti dalla situazione.
Si
avvicina il Natale dell’anno 2014, quando il Membro 137, il giorno della
vigilia, li convoca entrambi per una riunione.
“Accomodatevi,
miei cari. Voi non avete nemmeno idea di quanto abbiamo progredito, grazie
soprattutto a voi, negli ultimi mesi. Soprattutto sui nuovi nati non-human e
sulla possibilità di comandarli telepaticamente tramite altri non-human. Era un
qualcosa che nessuno aveva neanche provato ad immaginare. Per non parlare delle
strutture ammodernate grazie al genio del nostro Alex”
Alex
e Greta si guardano, un po’ rossi in volto, ma consapevoli del fatto che i
complimenti sono meritati.
“C’è
qualcosa, però, che vi rende un po’ tristi, tutti lo sanno, anche se voi non ne
parlate mai”
I
due non sanno come rispondere alla donna.
“Ecco,
normalmente non scendo in campo personalmente per questo genere di cose, ma ho
fatto un’eccezione nel vostro caso, visto che siete arrivati insieme e che
tanto avete dato alla congrega”
Si
guardano un po’ stupiti, chiedendosi il senso delle parole della donna.
“Beh…se
devo essere sincera non so se sarei riuscita a farlo, se gli eventi non mi avessero
aiutato…tra l’altro, è curioso il fatto che domani sia Natale; beh non riesco
ad aspettare domani per stupirvi…”
“Fare
cosa, Membro 137?”
Interrompe
Greta…
Natale 2014 – il Natale più bello
Tania
G. alias Grey Phantom, si risveglia coricata sul pavimento di una strana cella,
quasi futuristica; le sembra di essere in un film di fantascienza, le pareti
bianche, la luce debole, un vetro attraverso il quale non si vede nulla.
Si
alza un po’ stordita. Nel momento in cui si accorge di avere il suo costume
grigio ma non più la maschera si ricorda tutto: l’uscita notturna, la lotta,
lei vittoriosa, il dardo…e poi ancora la polizia, gli strani uomini che fanno
irruzione, poi il nulla.
Dove
si trova? È in trappola, in una cella, ma dove?
Non
sapendo che fare inizia da dare calci e spallate contro il vetro, ma senza
effetto, se non quello di farsi male ad una spalla; e dire che, grazie alla sua
forza, aveva sfondato in questo modo parecchie porte, anche non sottili.
Una
luce dall’altra parte del vetro.
Entrano
una decina di uomini con tute azzurre, gli stessi che aveva in precedenza. Sono
tutti armati, due portano un carrello con degli strani aggeggi, Tania riesce
solo a riconoscere delle strane cinghie che apparentemente servono ad
immobilizzare.
Per
ultima una donna…un momento, la riconosce, è la stessa della stazione di
polizia ai tempi di Greta, e la stessa che le aveva fatto la fatidica domanda
“sei tu grey Phantom?”.
“Che
sta succedendo qui? Dov’è la polizia? Chi è lei, cosa vuole da me? Io non ho
ucciso nessuno, non neanche mai rubato, ciò è illegale…”
“Ma
quante parole, mia cara Tania, o Grey Phantom che dir si voglia. Senti un po’,
ti dirò tutto più tardi e con molta calma…eh eh non mi crederai, ma abbiamo
tanto di quel tempo a disposizione…”
“Tempo?
Io non ho tempo per nessuno, ora voglio fare una telefonata, ne ho diritto…”
“Shh,
vedi, mia cara ginnasta/eroina, la prima cosa da capire è che da ora in avanti
tu non avrai più nessun diritto, che ti piaccia oppure no. Ora, per cortesia,
incomincia a toglierti quello stupido costume…”
“Ascoltami
bene tu, razza di puttana, non so chi tu sia, ma io sono molto conosciuta, mi
cercheranno, non prendo ordini da nessuno…”
“Eeeeh,
lo sapevo che sarebbe finita così, signori, attivate il “riscaldamento”…”
Un
uomo in tuta azzurra aziona un interruttore.
Le
luci si spengono, Tania non riesce a vedere più nulla al di fuori del vetro,
mentre la prigioniera è ben visibile dall’esterno.
Nel
giro di pochi secondo l’aria si fa pesante, più calda, irrespirabile.
Tania
incomincia chiedersi come sia possibile che ciò stia accadendo, dove accidenti
si trovi. Il calore si fa insopportabile, l’umidità è altissima.
Tania
è fisicamente molto preparata, ma incomincia, dopo pochi minuti, ad avere
problemi di respirazione. Ma non vuole dare soddisfazione alla donna.
Improvvisamente
la cella viene divisa in due parti da sbarre di metallo.
La
zona in cui si trova lei rimane uguale; nell’altra zone Tania vede una specie
di ugello uscire dal soffitto. Ad un certo punto dall’ugello inizia ad uscire
dell’acqua.
Tania
incomincia a capire.
Con
tutte le sue forze cerca di piegare le sbarre di passare in qualche modo, ma
oltre ad essere stordita per il narcotico è anche spossata dall’improvviso
calore.
“Vedi,
mia cara amica ginnica, dovresti aver capito, ormai, che se vuoi raggiungere
l’altra parte, ti devi togliere quello stupido costume, vedi alle sbarre il
costume non piace. Ah, sappi che possiamo spararti un dardo tranquillizzante in
ogni momento e fare come crediamo, se dimostri di essere stupidamente cocciuta.
Eh dai, ora la temperatura è oltre i 40 gradi, l’acqua è bella fresca, non vuoi
un po’ di refrigerio?”
L’istinto
di sopravvivenza di Tania ha la meglio sull’orgoglio.
Non
senza qualche difficoltà, data l’umidità, la stanchezza ed il sudore, riesce a
denudarsi completamente e a gettare lo “stupido costume” per terra.
Nulla
accade.
“Hey,
mi sono spogliata, che altro volete che faccia, maledetti!” urla Tania con una
punta di frustrazione nella sua voce.
Dopo
un po’ di sadica attesa la donna replica.
“Metti
lo stupido costume in questa fessura”
Un
contenitore fuoriesce da sotto il vetro. Tania vi mette il costume.
In
tutta risposta un uomo aziona un interruttore, le sbarre si alzano, Tania si
precipita nella doccia e lascia scivolare l’acqua su tutto il corpo, incurante
degli sguardi indiscreti dei suoi aguzzini.
Le
luci si riaccendono.
La
donna applaude.
“Brava,
vedi che non sei così idiota come l’apparenza può dare a pensare?”
La
donna inizia a vedere la sua preda sotto una luce diversa; pensa fra sé.
“accidenti,
che fisico. Ora capisco l’ossessione di Alex e Greta per quella donna. Non
penso di aver mai visto una cavia così ben fatta tra tutte le atlete su cui ho
fatto esperimenti in più di 20 anni; anche se mi piacciono gli uomini una donna
così può far diventare lesbica chiunque. Quasi quasi…potrei farla immobilizzare
subito, ma vediamo come se la cava in combattimento; sono anni che non lo
faccio, le farò credere di poter fuggire…i non-human non si lamentano se alcuni
loro compagni vengono feriti”
“Ora,
mia bella Tania, entreranno i miei uomini e ti immobilizzeranno, io nel
frattempo ho altro da fare, mi raccomando, comportati bene se non vuoi
essere…punita; signori, è tutta vostra, LASCIO LE CHIAVI DELL’EDIFICIO NELLE
MANI DEL COMANDANTE, portatemela in ufficio bella legata tra 15 minuti”.
Il
Membro 137 chiama altri 10 non-human, armati solo di manganelli, catene e
manette, uno con una tuta rossa, diversa dalle altre.
Tania
è nuda, bagnata e spossata dal calore, ma la sua abitudine a combattere le ha
insegnato a valutare ogni situazione.
Ne
conta 10, di cui quello rosso deve per forza essere il comandante. Non sembrano
armati. E da quel che ha capito loro la vogliono viva. È un grande vantaggio
per una come lei. Data la situazione assurda decide di are almeno un disperato
tentativo.
In
due si avvicinano alle sue spalle con manette e legacci, altri due di fronte a
lei; gli altri stano in attesa con manganelli pronti ad intervenire.
Nel
momento in cui le prendono le braccia da dietro li prende con forza e li
scaraventa contro i due di fronte, mettendoli a terra; i due da lei afferrati
vengo neutralizzati facendo sbattere le due teste con violenza.
Ora
altri 5 armati si avvicinano da tutti i lati contemporaneamente. Con un balzo
istintivo potente e veloce si getta su uno, lo disarma e guadagna un
manganello. Gli altri si gettano su di lei e in due riescono a colpirle
violentemente le ginocchia, facendola cadere. Gli altri due ne approfittano e
la colpiscono di nuovo sull’addome, ma lei, quasi come se non avesse sentito i
colpi li aggira con una capriola.
Il
Membro 137 osserva la scena da una telecamera sconcertata. Ne aveva mandati 10,
non-human allenati al combattimento, armati. Lei li stava combattendo con una
facilità impressionante. I suoi balzi e calci avevano dell’assurdo. Erano
rimasti in tre. Tania aveva lasciato il manganello, le sue braccia erano ancora
più letali. Con le sua gambe di marmo stringeva un malcapitato fino a farlo
svenire, mentre con le altre due mani teneva a terra i restanti. Si dirige
dall’unico sopravvissuto, il “comandante”.
Da
ciò che aveva potuto vedere probabilmente meno della metà erano ancora vivi.
Un’arma letale, una combattente feroce.
Il
poveretto le consegna tremante le chiavi, dopodiché lei lo stende con un pugno
come se fosse fatto di carta.
“Eccezionale.
Fate entrare tutti gli altri 20…”
Il
Membro 137 abbandona il monitor per recarsi di sotto.
I
restanti non-human oltre ad essere 20, hanno una rete che facilita loro il
lavoro.
Dopo
averla imbrigliata nella rete come un animale, riescono ad ammanettarla dietro
la schiena e alle caviglie e a metterle una specie di collare
Via
la rete.
“Tiratela
su”
Tania
è in piedi di fronte al Membro 137, alta una ventina di cm più di lei.
Da
vicino riesce ad apprezzare il suo corpo , ancora ansimante per il feroce
combattimento ancora sostenuto.
Un
non-human l tiene al guinzaglio, altri 2 le braccia, già comunque ammanettate,
due con catene alle caviglie, già legate tra di loro.
Quello
che impressiona è la femminilità prorompente, la bellezza unita alla forza, un
esemplare più unico che raro.
Quel
seno palpitante era così invitante.
“Lo
sai, cara, sono decisamente etero, vado matta per gli uomini. Ma tu…ecco tu hai
qualcosa di unico, ma guarda, addominali scolpiti…che braccia e che spalle…e le
tue gambe, lasciati toccare…sei sudata...e calda”
L’atleta
dai capelli scuri ritorna con la mente a quando era legata e torturata da
Greta.
Ora
era in una situazione ben peggiore, solo per il fatto che non vedeva via
d’uscita.
Legata.
Nuda. Gli occhi di quella donna su di lei.
Il
cuore inizia a batterle forte in petto quando la donna inizia ad accarezzarle
il seno, l’addome, le natiche.
In
un ultimo disperato sforzo riesce a trovare la forza di calciare con entrambi i
piedi legati al volto della donna, ora a terra col labbro sanguinante.
“Accidenti
alla mia stupidità…mai avvicinare di persona una cavia. Mettetela sul lettino,
usate cinghie doppie!”
I
non-human, nonostante la superiorità numerica, le manette, le cinghie e le
catene già vincolate a Tania, faticano parecchio prima di legarla completamente
al lettino, bendarla e imbavagliarla con un divaricatore.
“Ora
è sicura, Signora”
“Bena.
Allontanatevi”
Si
avvicina al lettino con la belva legata come un salame.
La
quantità di cinghie un po’ limita la percentuale di pelle nuda da ammirare, ma
è in ogni caso un bello spettacolo, e poi in quel momento è meglio essere
sicuri.
“Vedi,
puttanella, nessuno mi ha mai dato un calcio. Ora io sono una donna corretta e
non ti farò nulla, perché ti devo lasciare intatta per…due persone che conosci
bene; sei un premio per loro, capisci? Ma sappi che mi sto trattenendo. Verrà
il momento, a freddo, in cui te la farò pagare. Come ti ho già detto, il tempo
non manca assolutamente”
Detto
ciò le prende il capezzolo destro e lo strizza con forza.
Tania
si dimena più per l’umiliazione che per il dolore.
“Mi
piace il rumore di un corpo nudo tra le cinghie. Portatela nell’ufficio.
Legatela al carrello di “portata”, la sistemerò di persona”.
Tania
non vede nulla, sente solo che la stanno portando altrove.
Una
porta si chiude. Mani esperte di più persone le applicano velocemente nuove
cinghie prima di rimuovere quelle vecchie. Con esperienza e pazienza maniacale
viene immobilizzata ad x in piedi.
Acqua
fredda su tutto il corpo.
Sapone.
Le
mani di più persone, ma sono sbrigative, non avverte desiderio. Si sente un
oggetto.
Viene
sciacquata.
Con
la stessa procedure viene ora immobilizzata ad un carrello, sempre a x, supina.
Viene
allungata fino a non avere possibilità di movimento.
Come
se non bastasse le vengono applicate cinghie sopra e sotto le ginocchia, alle
cosce sia a metà che vicino all’inguine, in vita, sull’addome, sopra e sotto il
seno, al collo, sopra e sotto i gomiti. In bocca un altro divaricatore con una
canna che va in su, l’unico spiraglio da cui può respirare, visto che il naso
viene chiuso con delle mollette. Sugli occhi una flangia che, oltre a non farle
vedere nulla, non le permette di muovere la testa di un centimetro.
È
inesorabilmente immobile.
Se
avessero voluto ucciderla l’avrebbero fatto. Che le succederà? Quali due
persone?
I
suoi pensieri vengono interrotti dalla sensazione di una specie di schiuma che
viene spruzzata sul suo corpo.
Un
interruttore viene azionato e sente la temperatura diminuire.
Eravamo
rimasti con Alex e Greta in ufficio.
“Fare
cosa, Membro 137?”
La
signora sorride e rivela un taglio sul labbro.
“Voi
non li leggete i giornali, vero? Meglio così, sarà tutto più bello. Oh, il
taglio che ho? Beh, non vi preoccupate, nulla di grave, colei che me lo ha
procurato avrà tempo di pentirsene, visto quello che la aspetta qui. Ora
vogliate accettare di essere miei ospiti a cena stasera. Mi sono permessa di
inibire i sistemi telematici delle vostre stanze, così non potete seguire le
notizie…ma solo per stasera”
“Accettiamo
volentieri, Membro 137. A stasera”
Solitamente
i Membro 137 mangia o da sola o con tutti gli altri, raramente cena con singoli
individui.
Alex
e Greta si recano presso la stanza del loro capo.
“Benvenuti,
siete in anticipo. Vi capisco, sapete? Accomodatevi”
Tre
sedie, in mezzo nulla.
“Ma…cosa…?”
“Camerieri,
prego”
Fanno
l’ingresso due non-human con un carrello.
Alex
riconosce il carrello di portata: le vittime venivano immobilizzate
completamente, del cibo veniva cosparso sul loro corpo per allietare le cene in
modo inusuale. Questa volta il corpo era coperto completamente. Un frigorifero
manteneva la temperatura bassa per conservare la panna. Un capolavoro, questa
volta si erano dati da fare. Panna e meringa su tutto il corpo. Il seno
abbondante era ricoperto di crema con delle ciliegine in corrispondenza dei
capezzoli. Il volto ricoperto da un melone cavo e del prosciutto intorno. Sulla
sommità un tubo per la respirazione. Una noce di cocco a metà nella zona
inguinale, strategica. E poi panna. Panna e meringa.
La
temperatura bassa causava brividi alla cavia, ma i movimenti erano pressoché
impossibili per le innumerevoli cinghie che la contenevano.
Era
completamente coperta, ma i due potevano già intuire che il fisico della donna
era spettacolare: alta, affusolata, ma con una notevole massa muscolare, un
seno tonico ed abbondante; e non avevano ancora visto il meglio.
Il
cameriere porta del cioccolato fuso.
“Vogliate
servirvi”
Greta
versa il cioccolato bollente sull’addome. La vittima ha un sussulto, seguito da
un “ngghhhhh!” soffocato.
I
commensali iniziano a gustare la prelibatezza dall’addome.
“Carina
questa portata, dovremmo farlo un po’ più spesso”
Scherza
Alex immergendo la forchetta d’argento nella meringa.
Dopo
un paio di minuti l’addome è abbastanza scoperto. I commensali ne possono
apprezzare la muscolatura, gli addominali scolpiti, ma pur sempre sinuosi e
morbidi. La cavia è di carnagione scura, ma occidentale.
Alex
si diverte a stuzzicarla con la punta della forchetta, causando piccoli
impercettibili movimenti della vittima.
Il
Membro 137 disattiva il refrigerante.
“è
ora di gustarcela, non trovate?”
Greta
versa del cioccolato caldo sull’addome ora scoperto. La cavia emette un grido e
si dimena ulteriormente. Nonostante le cinghie i suoi strattoni fanno cadere la
ciliegina sul capezzolo destro, dalla parte di Greta.
“Ma
guarda un po’ sembra che la nostra amichetta si stia ribellando. Guarda, Alex,
ha rovinato la decorazione”
Alex
interviene.
“Beh,
intanto diamo una registrata alle cinghie”
Tania,
attraverso la coltre di cibo riesce ad avvertire le voci. Quelle voci
familiari…no…non può essere. Deve essere un incubo…
“dov’è
il pulsante, Greta? Ah eccolo, che stupido”
Sentire
nominare quel nome è come un fendente al cuore per Tania che, presa dal panico,
inizia a dimenarsi con tutta la forza di cui è capace.
L’altra
ciliegina cade, parte della meringa attorno alle braccia cede, le cinghie
sembrano allentarsi.
Alex
aziona un pulsante.
Le
cinghie si stringono fino a calmare nuovamente la cavia che, ora ha un respiro
più pronunciato.
Gli
sforzi ed il sudore hanno fatto sciogliere parte della decorazione, ora si
intravedono spalle, ascelle, bicipiti, cosce, oltre all’addome già scoperto.
Ora
i due riescono a vedere più particolari del corpo della vittima, ad apprezzare
la definizione muscolare e la compattezza della carne. Non si ricordano di aver
visto una cavia così.
“Mi
è venuta voglia di panna”
Incalza
Greta, e subito inizia a leccare avidamente il seno, seguita da Alex.
Più
che mangiare l’ottima crema il loro scopo è scoprire il seno fantastico,
abbondante, fermo, rotondo, perfettamente legato ai pettorali, che culmina in
ampi, scuri e carnosi capezzoli.
Dopo
aver slacciato le cinghi sopra e sotto il seno, osservano come le contrazioni
dei pettorali fanno muovere il seno il modo vitale e ribelle.
Sudore
inizia a formarsi sotto le ascelle.
I
due avidamente passano le loro dita e la loro lingua.
“Voglio
vederla mentre si dimena…mi è venuta un’idea”
Alex
porta la mano sul tubo/respiratore e lo chiude.
Dopo
un minuto la cavia inizia a dimenarsi come una furia. Greta, nel mentre, morde
il capezzolo con cattiveria causando un balzo della cavia.
Alex
apre.
Il
torace inizia ad andare su e giù freneticamente, Alex ne approfitta per
leccarlo avidamente.
Ripete
il gioco 3 o 4 volte osservando che la panna è ormai quasi completamente
sciolta.
Il
Membro 137 li osserva compiaciuta; si chiede se sospettano già qualcosa. A
questo punto partecipa anche lei mordicchiando l’interno coscia della cavia e osservando
i suoi muscoli contrarsi. Non le era mai capitato di desiderare una donna…fino
a quel momento.
Dopo
20 minuti di giochetti crudeli il corpo è completamente nudo, fatta eccezione
per le cinghie. Ed il volto coperto.
Alex
e Greta si fermano un attimo ad ammirarlo.
È
incredibile la definizione, la sinuosità del tutto. Gambe che sembrano essere
di marmo glutei alti.
“Devo
dire che questa volta abbiamo raggiunto un limite. Non penso possa esistere un
corpo più bello di questo. Chissà il volto. Solo una persona può eguagliare
ciò, e tu sai a chi mi riferisco, Alex…”
I
due si guardano.
L’ombra
del dubbio percorre i loro volti.
Membro
137 capisce.
“Ragazzi,
penso che vogliate godervi questo momento da soli, ma prima…ecco, il giornale
di ieri. Vi consiglio di leggere il titolo in seconda pagina…poi potrete
togliere quello stupido melone”.
Si
allontana ed esce dalla stanza.
I
due stanno realizzando che forse…
Il
cuore batte a mille.
Greta
legge ad alta voce:
“CLAMOROSO:
Grey Phantom si rivela essere la promessa dell’atletica mondiale Tania G., da
tutti considerata quasi un’extraterrestre per le sue doti atletiche, non meno
per la sua bellezza. Ma il giorno della cattura riesce in qualche modo a
fuggire, forse con l’aiuto di complici. Fatto sta che ha ucciso 2 guardie ed è
fuggita. Nessuno riesce a trovarla, non si è presentata all’allenamento. La
polizia ha già dato l’allerta alle frontiere. Quello che è certo è che, se
prima era un’eroina amata da tutti, dopo aver ucciso 2 agenti è colpevole di
omicidio…”
Tania
sente le parole di Greta e inizia a piangere dalla disperazione. Ora è tutto
chiaro. Si trova nuda, immobilizzata e alla mercè di due pazzi psicopatici. Con
la forza della disperazione, piangendo, tira alle cinghie in modo innaturale,
riuscendo a spezzare quelle intorno al gomito destro.
Alex
preme il pulsante “emergenza” ed immediatamente delle cinghie supplementare
fuoriescono dal meccanismo immobilizzando irrimediabilmente la cavia; ora
riescono a vedere le sue lacrime di disperazione sotto il melone.
Alex
e Greta si avvicinano alla cavia, lentamente puliscono il poco cibo rimasto sul
corpo con dei tovaglioli, indugiando sadicamente in ogni zona sensibile al
tocco, mentre lei si dimena disperata.
Quando
non ha più nemmeno la forza di piangere si occupano del melone e del tubo,
scoprendole il volto e gli occhi.
Tania
aveva già capito, ma vederli in faccia è come una pugnalata. Come è potuto
succedere? Non si perdonerà mai il suo capriccio di fare la supereroina.
Greta
ed Alex la osservano in estasi. Un sogno che diventa realtà.
Tania,
al loro cospetto, inerme anche se nel pieno delle forze. La sua forza fisica
non le servirà a nulla. Ora appartiene a loro.